"Se la chiusura proseguirà, senza il pagamento delle quote per un mese, in molti troveremo grandissima difficoltà ad andare avanti". A parlare è Silvia Trucco, del nido privato Fantasia di Genova, ma come lei sono in molti tra i gestori dei nido e delle scuole dell'infanzia private in apprensione per la sospensione delle attività con l'emergenza coronavirus.
Nel settore è in corso un confronto per richieste concertate da avanzare alle istituzioni, sostanzialmente sugli aiuti alle famiglie e la possibilità di utilizzare la cigs per i propri dipendenti, ma anche per coordinarsi sulle rette da chiedere alle famiglie. Le strutture associate nella Federazione italiana scuole materne (Fism) a Genova hanno ad esempio già scritto questa settimana all'assessora all'Istruzione della Regione Liguria Ilaria Cavo chiedendo si valuti un "rimborso straordinario alle famiglie con bimbi e ragazzi iscritti" perché "rischiano di pagare l'emergenza sanitaria ad un prezzo molto salato".
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Le hanno poi chiesto sostegno affinché anche ai lavoratori delle scuole in Regione si possa estendere la cassa integrazione straordinaria, come già deciso da altre amministrazioni regionali. Alcuni nidi privati del capoluogo ligure si sono invece riuniti mercoledì. "Abbiamo deciso di chiedere ai genitori di pagare comunque la rata di marzo e poi aspettiamo di vedere se riceveremo o meno finanziamenti", spiega Silvia Trucco del nido Fantasia in zona Foce, una trentina posti, cinque dipendenti. "Se noi non prendiamo una mensilità ci giochiamo l'intero anno. In tanti asili non ce la fanno, abbiamo tutti affitti alti, dipendenti, alcune famiglie cominciamo a discutere se pagare".
Laura Quadrelli del nido accreditato e convenzionato il Paradiso dei Piccoli a Castelletto, una quarantina di bimbi iscritti, vari dipendenti ma anche collaboratori per laboratori settimanali, spiega la difficoltà di capire "come comportarsi con le famiglie": "Qualcuna delle altre strutture ha già previsto a statuto e fatto firmare all'iscrizione che in caso di chiusura imposta si paghi interamente la retta a prescindere, ma anche così non è semplice", racconta. Una nuova riunione di coordinamento tra i nidi privati, convenzionati e non, è prevista lunedì. Tonino Pagnotta, rappresentante della cooperativa che gestisce il nido e la scuola dell'infanzia San Pio X, realtà storica paritaria a Oregina, un'ottantina di posti, 12 dipendenti e consigliere direttivo Fism, ipotizza come soluzione percorribile quella di aiuti alle famiglie sotto forma di voucher che potrebbero venir scalati alla retta delle famiglie.
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"Per noi risulta drammatico non soltanto un mese senza rette, ma anche un mese in chiusura senza quindi il pagamento dei pasti mensili. In più risulta vergognoso come alle ludoteche non siano state date restrizioni e stiano aprendo mettendo a rischio contagio i piccoli e le loro famiglie", conclude Barbara Cucciniello titolare dell'asilo 'Il Mago di Oz'.
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Coronavirus, allarme negli asili nidi privati: “Senza rette scompariamo”
Se la chiusura proseguirà in molti saranno in difficoltà
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