cronaca

I rappresentanti dei lavoratori chiedono lo stop, governatore contrario
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Varata la terza maxicampata nel nuovo viadotto sono iniziati nel cantiere per il nuovo ponte sul Polcevera i lavori in quota che preludono al prossimo varo previsto tra il 31 marzo e il primo aprile. Entro il 15 aprile, come da cronoprogramma, dovrebbe essere varato l'ultimo concio, operazione che prelude al fissaggio definitivo dell'impalcato entro il 10 maggio. Il cantiere non vorrebbe fermarsi ma il coronavirus potrebbe far scontare alcuni ritardi dovuti, per esempio, a fornitori che si trovassero a dover chiudere, a piccole ditte che provengono da zone a alto rischio ma anche alle condizioni, all'interno dell'area, dei lavoratori che per la loro sicurezza devono poter contare su mezzi di protezione personale e oggettiva.

"Insomma navighiamo a vista rimodulando giorno dopo giorno il lavoro" che, tuttavia, ha punti fermi. Uno di questi è il varo, previsto tra il 31 marzo e il primo aprile della campata tra le pile 12 e 13, circa 50 metri di acciaio. "Contiamo di finire con i vari delle sei mini campate da 50 mt entro il 15 aprile, Coronavirus permettendo", dicono in cantiere. I sindacati chiedono di riflettere sulla possibilità di fermare il cantiere del nuovo viadotto autostradale di Genova anche se rientra tra le opere strategiche. "Adesso pensiamo che sarebbe opportuno ragionare sulla possibilità di rallentare con i lavori. I lavoratori non sono sereni e questo porta a rischi che vanno oltre quello del Covid19, quando si lavora a 40 metri di altezza non si può essere preoccupati", dicono gli edili di Cgil, Cisl e Uil.

"Non si può lavorare serenamente neppure a zero
metri in un pronto soccorso. Epuure salvanon familiari anche di quegli edili che dovrebbero costruirci il ponte", ha replicato il presidente di Regione liguria, Giovanni Toti, ai sindacati. "Quel ponte è un simbolo di rinascita, di un Paese che vive e di un Paese che non si piega. Chi lavora per un simbolo come quel ponte dovrebbe esserne onorato, dovrebbe avere la voglia e il coraggio di finirlo nel più brave tempo. Certo, con tutti i requisiti di sicurezza del caso, dalle mascherine ai dpi, con tutte le profilassi e le attenzioni del caso. Dentro a quel cantiere viene presa la temperatura a tutti quando si entra. Ma sentire che chi rappresenta i lavoratori, quella massa che ha fatto grande il nostro Paese, vuole lasciare un cantiere che è un simbolo di speranza per chi accende una televisione in questo momento francamente lo trovo poco coerente con la storia del sindacato italiano e della classe lavoratrice di questo Paese", ha concluso Toti.

"Credo che se ci saranno ritardi" nel cantiere del ponte per Genova provocati dal coronavirus "non andremo oltre una o due settimane, qualche ritardo può esserci, la quantificazione la faremo nei prossimi giorni", ha aggiunto il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del ponte Marco Bucci  L'inaugurazione del nuovo viadotto, prima dell'epidemia, era programmata per la fine di giugno.