cronaca

"Che la Pasqua segni la rinascita di una vita sociale", auspica il vescovo ausiliare di Genova
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Il coronavirus non è solo un’emergenza sanitaria ma anche un’emergenza economica. Sono tanti i liguri che stanno pagando a caro prezzo la situazione di chiusura del Paese e coloro che già non avevano una stabilità economica ora si trovano a chiedere aiuto alle parrocchie di quartiere. Sono persone inaspettate quelle che bussano alla porta di Monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova e parroco della Madonna delle Vigne nel centro storico. “Chi già versava in condizioni di difficoltà ora ha visto crollare la propria situazione. Non si tratta di persone che frequentavano già le mense o i centri di ascolto, ma sono persone che svolgevano lavori saltuari, come ad esempio un insegnante di musica e ora si rivolgono a noi anche per beni primari”, spiega Monsignor. Nuovi poveri che hanno trovato aiuto nella solidarietà di tante persone del centro storico. “Molti vanno a fare la spesa e comprano qualcosa in più, poi lasciano il sacchetto in chiesa, viene un altro e se lo ritira”, spiega il vescovo. E solidarietà anche da parte dei giovani che aiutano le persone più in difficoltà, consegnando la spesa a casa di anziani che non possono uscire.


Fondamentale in questi giorni di isolamento è sentirsi uniti anche a distanza: “il telefonino è uno dei grandi protagonisti di queste settimane, permette di fare gesti d’amore e di tenerci compagnia, un bene immenso”, continua il parroco. E in attesa di una Pasqua molto diversa da quella a cui i credenti sono abituati, “è bene tenere mente che il Signore ci aiuterà a uscire da questa situazione e non siamo abbandonati”. Infine il vescovo ausiliare di Genova auspica una nuova rinascita: “che questa Pasqua segni la ripresa di una vita sociale nuova. Questo essere più uniti e solidari mi auguro che continuerà anche dopo quando andremo incontro a problemi economici: la solidarietà non deve essere un atto spontaneo ma voluto. Nella difficoltà c’è il rischio che l’egoismo prevalga ma non dobbiamo cedere alla tentazione della chiusura”, conclude il vescovo.