Già ad ottobre era iniziato, per l’olivicoltura ligure, un periodo non facile, a causa principalmente del clima sfavorevole che ha drasticamente inciso sulla campagna di raccolta 2019, con la perdita, per alcune imprese, anche del 90% delle olive. E se questo non bastasse l’emergenza sanitaria in atto sta causando difficoltà di vendita agli olivicoltori locali, i quali, con bar, alberghi e ristoranti chiusi per evitare il contagio e blocchi ai confini, hanno perso canali importante di commercio, mentre, per chi rifornisce supermercati, la grande distribuzione tiene parzialmente. “Fondamentale quindi prevedere, a livello di aiuti regionali e nazionali, misure a sostegno di tutti i settori agricoli duramente colpiti dall’emergenza, che permettano di dare liquidità alle aziende, mentre è importante che i cittadini continuino a sostenere le imprese del territorio attraverso l’acquisto di prodotti locali, sani, genuini e di qualità garantita, sempre nell’ottica del #MangiaItaliano”, afferma Coldiretti Liguria.
“E’ importante sottolineare le difficoltà patite anche dagli olivicoltori locali, che con il loro lavoro portano avanti un settore di punta della nostra regione. L’olivicoltura in Liguria è condotta su migliaia di ettari, che permettono di produrre extravergini eccellenti, conosciuti in tutto il mondo che, in parte, rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure, declinata poi territorialmente nelle sottozone Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante. È importante per il settore, ma anche per l’intera economia regionale, prevedere, quindi, misure a sostegno delle imprese per far in modo che la crisi di quest’anno non comprometta il futuro del comparto”, affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa.
“Non bisogna dimenticare che i nostri extravergini sono un tesoro dell’alimentazione, veri pilastri della dieta mediterranea, che aiutano l’organismo a mantenersi in salute. Ma è importante saper riconoscere l’olio e non lasciarsi trarre in inganno: non mancano, infatti sugli scaffali, oli di qualità inferiore che arrivano dall’estero, in una situazione che aumenta il rischio di frodi e contraffazioni, con il prodotto straniero spacciato per Made in Italy, che danneggia agricoltori e consumatori, Per non cadere nelle trappole del mercato e scegliere un prodotto di qualità il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine protetta, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli locali”, concludono Boeri e Rivarossa.
cronaca
Anno nero per l'olivicoltura ligure: dopo l'emergenza meteo la stangata coronavirus
Per Coldiretti sono necessari aiuti regionali e nazionali
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