cultura

Lo studioso genovese, 80 anni, scopritore dell'"arte povera", era ricoverato al San Raffaele di Milano
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È morto a 80 anni, stroncato dal Coronavirus, il critico d'arte genovese Germano Celant. Lo studioso, considerato il più autorevole esperto italiano d'arte contemporanea, era ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano, perché contagiato dal Covid-19. Aveva manifestato i primi sintomi di malessere al ritorno in Europa dagli Stati Uniti, dove era stato per l’Armory Show. Ad aggravare la situazione, erano state le complicazioni anche dovute al diabete. Lascia la moglie Paris Murray e il figlio Argento Celant.


Cresciuto in una famiglia di origini modeste, laureatosi in Lettere contro la volontà del padre che lo avrebbe voluto ingegnere, fondò il movimento "Arte Povera", coniandone la definizione e coagulando un gruppo di artisti italiani del calibro di Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, esposti per la prima volta alla Galleria La Bertesca di Genova. Fu il punto di partenza di una straordinaria carriera che lo ha portato a lavorare per i musei più prestigiosi di tutto il mondo, a partire dal Guggenheim di New York, e a dirigere la Biennale di Venezia.