cronaca

Attenzione per un comparto chiuso in Liguria dal 24 febbraio
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Circa 200 tra educatori e titolari dei nidi privati liguri, con anche mamme e bambini, hanno manifestato in piazza De Ferrari a Genova, per chiedere attenzione a un comparto chiuso (in Liguria dal 24 febbraio) e che rischia di non sopravvivere al lockdown. Una delegazione ha incontrato l'assessore alla Scuola Ilaria Cavo, che con il presidente della Regione Giovanni Toti, si è già detta nei giorni scorsi impegnata a un dialogo tra regioni e con il governo per avere indicazioni sulle riaperture per gli 0-3.

"Il nostro obiettivo è quello di far fronte alle necessità delle mamme che hanno bambini tra i 0 e i 3 anni e non sanno se potranno conservare il proprio lavoro perché nel Dpcm del governo non è previsto nulla per i servizi che riguardano questa fascia di età", ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha incontrato le mamme, gli educatori e i titolari di asili nido che manifestavano in piazza De Ferrari a Genova per chiedere l'attenzione delle istituzioni. "Su questo fronte stiamo lavorando come Regioni unitariamente per cercare di prevedere una ripartenza comune. In caso non fosse possibile siamo pronti a lavorare in autonomia per dare risposte anche a questa fascia di età dimenticata", ha aggiunto Toti.

"Tutto si è sviluppato da domenica con l'ingresso nella fase 3. In questo momento come Regione Liguria stiamo lavorando per definire compiutamente la parte 3-6 per quanto riguarda il deposito dei progetti degli enti gestori nei vari comuni che devono passare al vaglio delle Asl e su questo domattina faremo il punto tecnico. Le stesse procedure che verranno assunte per la parte dai 3 ai 6 anni, varranno anche per la parte 0-3 anni", ha sottolineato la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale.

"A questo proposito è stato attivato un team infanzia
. Il bando con cui erogheremo le risorse per i servizi dei centri estivi è aperto a tutti i soggetti. Abbiamo stanziato 2 milioni di euro per la parte dai 7 ai 17 anni e 4 milioni di euro per la parte 0-6 anni. Si tratta di un contributo che diamo per coprire la differenza di costo che gli enti gestori avranno in presenza di obblighi e regole che andranno seguite per far fronte all'emergenza sanitaria con una ripartizione sui comuni che poi si occuperanno degli enti gestori", ha aggiunto l'assessore all'Istruzione Ilaria Cavo.

La manifestazione si è svolta in contemporanea nelle piazze delle principali città con tanto di sit-in davanti a Montecitorio. Tra le richieste, la proroga degli ammortizzatori sociali e Fis per i 100mila lavoratori in tutta Italia, fondi 0-6 che dal 2017 ci sono dovuti con la 'Buona scuola' mai arrivati per labirinti burocratici e la sicurezza di riaprire a settembre. "50mila educatrici perderanno il posto di lavoro, 10mila asili e servizi 0-6 anni chiuderanno, 510mila bambini a settembre non avranno asili che potranno accoglierli. Un settore rappresentato da tanta imprenditoria femminile che è stato completamente dimenticato", hanno sottolineato i promotori e della protesta.

"Il silenzio sui servizi educativi 0-6 è tombale dopo il Dpcm, parliamo di più di 10mila strutture in tutta Italia dimenticate anche dal Dl Rilancio. Parliamo di 185mila bambini frequentanti ricordando che i nidi privati assolvono con il 65% di copertura nazionale il diritto all'educazione dei bambini 0-3 anni, in un Paese che ha percentuali miserabili di offerta di posti 0-3 con solo il 22% di popolazione raggiunta", hanno concluso.