"C'è stato uno sforzo ai limiti delle nostre possibilità e nonostante questo siamo arrivati al contenimento di questa patologia sfiorando quasi, in riferimento alle scelte, la medicina delle catastrofi per fortuna siamo riusciti ad arrivare soltanto a un pelo senza entrare in questo settore dove di conseguenza avremmo dovuto prendere decisioni gravi e per cui non abbiamo la mentalità non essendoci mai trovati in questo tipo di situazione”. Così Claudio Francesco Simonassi direttore della pneumologia del Villa Scassi di Genova Sampierdarena racconta con l’emozione ancora nella voce i giorni più bui dell’emergenza coronavirus vissuti nel suo reparto e il rischio a cui sono andati molto vicino di dover fare scelte estreme.
Il Villa Scassi è stato rivoluzionato in poche ore per poter affrontare l’emergenza: “Devo dire che nonostante avessimo avuto delle informazioni e avessimo cercato in qualche modo di organizzarci le dimensioni della situazione stessa sono state talmente grandi da coglierci comunque impreparati ad accogliere una quantità di pazienti e di tale gravità – spiega Simonassi - basti pensare che il nostro ospedale nel giro di due giorni, forse anche meno, è passato da 8 a 25 posti di rianimazione, abbiamo ristrutturato anche l'orario di lavoro passando dalle 12 ore in certi reparti con lo stesso numero dei medici a 24 ore di presenza giornaliera quindi tutto il giorno perché non era ipotizzabile lasciare questi pazienti attaccati a dei ventilatori soli al loro destino”.
Ora che gli ultimi pazienti al Villa Sacssi sono in dimissione arriva l’allarme della società italiana di pneumologia secondo cui i polmoni delle persone guarite dal Covid-19 potrebbero avere delle problematiche a lungo termine per quanto riguarda la funzionalità respiratoria e in certi casi potrebbero essere anche irreversibili soprattutto per chi è stato in terapia intensiva.
“Questi effetti che avremo li osserveremo tra qualche mese – spiega il direttore della pneumologia del Villa Scassi - e potremmo stabilire a livello dei vari apparati, non solo dell'apparato respiratorio ma anche quello cardiovascolare, del sistema nervoso centrale e periferico quali possono essere gli esiti di questa pandemia che inizialmente sembrava interessare solo l'apparato respiratorio poi abbiamo capito che un bersaglio molto importante è stato l'apparato cardiovascolare e quello neurologico ovviamente adesso siamo nella fase di discesa dell'evento stiamo dimettendo gli ultimi pazienti quindi è presto per giudicare quali saranno gli esiti se saranno permanenti oppure no, ma si possono fare delle previsioni legate al fatto che abbiamo visto che lo stesso agente patogeno, lo stesso virus ha dato nei pazienti delle ripercussioni diverse e in base a queste possiamo prevedere diversi tipi di esiti che si potranno riscontrare nei pazienti”.
Secondo le stime i danni dovrebbero interessare il 30% dei pazienti guariti dal Covid-19. “E’ una prestima perché non possiamo parlare di cifre sicure ma quello che possiamo prevedere in questo momento non è tanto la percentuale dei pazienti che avranno dei problemi ma nell'ambito di questa percentuale quanto saranno quelli con problemi importanti e altri con problemi gestibili con una qualità di vita sostanzialmente normale – sottolinea Simonassi - questo proprio perché la malattia ha determinato nei pazienti dei danni d'organo che sono diversi da paziente a paziente pur essendo lo stesso agente patogeno responsabile e questo ha avuto delle ripercussioni dal punto di vista funzionale così come nella fase acuta questi pazienti hanno risposto in maniera diversa alle stesse metodiche applicate a loro durante il ricovero in terapia intensiva e subintensiva e anche nelle corsie non intensive”.
Il reparto di pneumologia del Villa Scassi è da poco Covid free ora l’emergenza è ritornare a occuparsi dei pazienti oncologici ma non solo: “era doveroso eticamente parlando perché non è concepibile non occuparsi più di questa patologia che è estremamente grave se vogliamo ancora di più che la patologia virale pur avendo quest'ultima determinato una pandemia con degli effetti mortali molto importanti; in questi tre mesi abbiamo dovuto quasi abbandonare anche se un termine poco piacevole questo tipo di patologie e adesso stiamo già iniziando a ritornare al nostro posto di combattimento per queste patologie”.
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Covid, scegliere chi far vivere o far morire? Lo pneumologo del Villa Scassi: "Ci siamo andati vicino"
Gli ultimi pazienti sono in dimissione
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