
"Gli asintomatici non sono tutti uguali ce ne sono quattro categorie: gli asintomatici che resteranno tali, che sono portatori sani del virus e che dovrebbero avere una bassa carica virale, quindi bassa probabilità di contagiare; gli asintomatici che nel giro di qualche giorno svilupperanno i sintomi, i cosiddetti pre sintomatici ovvero quelli nella fase di incubazione, e presentano una più alta carica virale, con una conseguente maggiore probabilità di essere contagiosi" spiega l'infettivologo.
Poi, prosegue Bassetti, ci sono i "paucisintomatici, ovvero soggetti che presentano sintomi lievissimi e che possono passare inosservati, con una carica virale ancora, diversa probabilmente più elevata. La quarta categoria è quella dei 'non più sintomatici', quelli che sono guariti e che dopo due tamponi negativi tornano ad avere positivita': questi hanno probabilmente carica virale bassissima o addirittura nulla e non sono in grado di trasmettere l'infezione".
Per il presidente della Societa' italiana di terapia antinfettiva, "bisognerebbe misurare la quantità di virus presente sul tampone o su altro materiale testato e dare un numero. Quindi non solo se uno è positivo o negativo, ma anche quanto virus c'è. Fare, quindi, un esame sia qualitativo che quantitativo. Solo così si potrebbe stabilire la soglia sopra la quale si è contagiosi oppure no".
Infine, un messaggio di speranza: "I numeri dei nuovi contagi continuano a scendere così come i ricoveri nei nostri ospedali. Speriamo che con la fine del mese di giugno si possa festeggiare la fine di questa prima ondata. Ce lo meritiamo tutti".
IL COMMENTO
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