
Servirebbe infatti un raggio di sicurezza di 1800 metri. Una soluzione ritenuta dal primo cittadini irrealizzabile. Così è partita la richiesta per la costruzione di quello che in gergo tecnico si chiama 'casamatta temporanea' ovvero un locale fortificato, chiuso all'interno e coperto nella parte superiore capace di limitare gli effetti di un'eventuale esplosione. Nella giornata di oggi verrà fatto un nuovo sopralluogo per capire se è possibile portare avanti questa modalità di operazione rendendo dunque non necessario evacuare tutto il Paese. Proprio per questo motivo non è stato ancora possibile stabilire una giornata dedicata al disinnesco.
"In attesa di questa decisione si sono comunque analizzati tutti gli aspetti inerenti le operazioni di evacuazione della popolazione con particolare attenzione al trasferimento degli ospiti della RSA e della Residenza Protetta (totale 52 persone parte delle quali allettate) - spiega il sindaco Gianni Oliveri -. Il direttore ASL Filippo Parodi si è preso carico di valutare la miglior soluzione per questo delicato eventuale spostamento. La Protezione Civile Regionale, i Comitati CRI, il servizio 118 si sono messi a completa disposizione per le operazioni di ricognizioni sulle necessità delle famiglie che saranno interessate all'area di evacuazione. Operazioni che saranno avviate in tempi brevi nell'area della Stazione, che è l'unica zona ad oggi certa di dover essere evacuata. Le forze di polizia sotto il coordinamento della questura stanno già sorvegliando da giorni l'ordigno e proseguiranno a farlo sino a soluzione del problema".
L'operazione di disinnesco dell'ordigno bellico consiste nell'estrarre sul posto le due spolette di innesco dell'ordigno che poi, divenuto inerte, viene trasportato in una cava per l'eliminazione tramite esplosione. "Durante l'operazione saranno bloccate tutte le vie di comunicazione, sospesa l'erogazione delle utenze e interdetto lo spazio aereo" spiega il primo cittadino di Campo Ligure.
IL COMMENTO
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