La notte del 7 maggio 2013, alle 23:05, la nave Jolly Nero, impegnata nella manovra di uscita dal porto di Genova con destinazione Napoli, urta violentemente la Torre piloti, causandone il crollo. All'interno della struttura si trovano 10 persone. I soccorsi sono immediati: sul posto Vigili del fuoco, personale del 118, Guardia di finanza con le proprie imbarcazioni e Guardia Costiera. Partono le ricerche dei superstiti, ma gli esiti sono drammatici.
Nove le vittime del disastro, membri del personale di bordo e di terra, militare e civile: Daniele Fratantonio, Giovanni Iacoviello, Davide Morella, Marco De Candussio, Giuseppe Tusa, Francesco Cetrola, Michele Robazza, Sergio Basso e Maurizio Potenza. L'inchiesta parte subito: a finire nel registro degli indagati dal primo momento il comandante della nave, Roberto Paoloni, e il pilota Antonio Anfossi. Un mese dopo vengono indagati Andrea Gais, presidente del gruppo armatore (in quanto legale rappresentante della società), il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro che erano sulla nave da carico insieme a Paoloni.
A seguito di varie denunce della famiglia di una delle vittime la procura apre altri due filoni di inchiesta a carico dei progettisti e collaudatori della torre e nei confronti di capitaneria di porto e autorita' portuale. Dalla vicenda si sono aperti tre filoni d'indagine con conseguenti dibattimenti che, a causa del coronavirus, hanno subito una battuta d'arresto. Il filone principale, sul crollo, si ferma all'Appello: il pilota del porto Antonio Anfossi viene assolto (in primo grado condannato a quattro anni) e vengono confermate le assoluzioni per Giampaolo Olmetti, comandante d'armamento, e per il terzo ufficiale Cristina Vaccaro. I giudici riducono la condanna al comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni (da 10 anni e 4 mesi a 9 anni e 11 mesi).
In primo grado il primo ufficiale della nave cargo Lorenzo Repetto era stato condannato a 8 anni e 6 mesi (pena confermata) e a 7 anni il direttore di macchina Franco Giammoro (confermata). La compagnia Messina viene condannata al pagamento di un milione e 500 mila euro perche' ritenuta responsabile di illecito amministrativo relativo al comportamento del comandante. La pena era stata confermata.
Il secondo filone processuale è relativo alla costruzione della torre: imputati sono i costruttori e datori di lavoro delle vittime ed è ancora in primo grado. La procura ne chiede l'archiviazione, ma la mamma di Giuseppe Tusa, una delle vittime, fa approfondire le indagini da cui scaturiscono 12 indagati. Il terzo filone è sulle presunte certificazioni "facili" rilasciate dal Rina: indagate 35 persone, tra dipendenti della società di certificazione navale e militari della capitaneria: è ancora in fase di indagini preliminari.
Così è entrata nel vivo la prima udienza organizzata sulla terrazza del padiglione Jean Nouvel della Fiera del mare a Genova, la prima fuori da un'aula del tribunale a causa delle misure anti covid. Il processo è quello relativo alla costruzione della Torre Piloti: al centro del dibattito il posizionamento della struttura e la possibilità che questa abbia reso più vulnerabile la torre.
cronaca
Torre piloti bis, a Genova riparte il processo dopo il lockdown
Prima udienza organizzata sulla terrazza del padiglione Jean Nouvel
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