
"E' facilmente comprensibile come l'emergenza covid abbia esposto gli operatori sanitari a condizioni organizzative, relazionali, psicologiche e riguardanti la sicurezza che hanno rappresentato e tuttora rappresentano una fonte di particolare di stress emotivo. Il timore di contrarre l'infezione e di trasmetterla ai propri familiari, l'essere possibili testimoni di decessi anche tra colleghi e familiari, l'essere separati spesso dalla famiglia, e, infine, la necessità di fornire un maggiore supporto emotivo ai pazienti in isolamento", spiegano i responsabili del progetto delle due aziende.
"A ciò si aggiunge lo stress correlato ai cambiamenti nelle pratiche e nelle procedure di lavoro con turni di lavoro incalzanti, fatica fisica legata all'utilizzo dei dispositivi di protezione, riduzione delle risorse umane e, in alcuni casi, essere chiamati a intervenire in discipline diverse da quelle di appartenenza. Il progetto offrirà agli operatori interventi di supporto emotivo, previa indagine conoscitiva effettuata attraverso un questionario anonimo. Contrariamente a quanto si può pensare l'emergenza può impattare negativamente sul benessere psicofisico degli operatori in termini di sviluppo e persistenza nel tempo di sintomi da stress post-traumatico, anche nel medio periodo, cioe' anche dopo il culmine epidemico e il momento di massimo impegno professionale e personale", concludono i responsabili.
IL COMMENTO
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