
Parole forti che lasciano intendere una linea, un solco nel quale le indagini della procura di Genova sulle mancate manutenzioni di viadotti, gallerie e persino pannelli fonoassorbenti siano proseguite anche dopo il drammatico crollo del 14 agosto che costo la vita a 43 persone. In un'intervista a Primocanale il procuratore capo parte dalla questione viadotti e sulla valutazione della sicurezza, valutazione che risulta cambiare a seconda di chi effettua i controlli.
“E’ sorprendente – sottolinea Cozzi - che da organi della vigilanza vengano date valutazioni molto peggiori della stessa struttura o sono state fatte in maniera troppo sommaria le valutazioni precedenti o in maniera troppo severa quelle successive”.
Poi il duro attacco per le ispezioni alle gallerie: “Le ispezioni alle gallerie non sono state fatte come si doveva per anni – sottolinea il procuratore capo di Genova - e non si può trovare il capro espiatorio negli attuali amministratori di Autostrade per l’Italia di tutto quanto fatto in precedenza”. E già perché in passato i controlli si facevano in modo quanto meno discutibile. “Se si passa con un camioncino a 50-60 chilometri orari sotto una galleria e si guarda con ispezione visiva la volta senza neanche vedere cosa c’è sotto le onduline o testarla, si finisce per arrivare a crolli come quello della galleria Berté” dichiara sempre Francesco Cozzi.
Gli approfondimenti della procura di Genova proseguono e a questo punto non è difficile ipotizzare prove schiaccianti contro chi doveva e non ha fatto manutenzione. In merito ai cantieri urgenti infine la Procura non si esprime sulla tempistica, ma si limita a sottolineare che la sicurezza degli automobilisti viene prima di tutto.
IL COMMENTO
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