
C’è chi intanto si sta riorganizzando con apericena, cene cantate o lounge bar, ma in questo momento di incertezza è difficile fare investimenti. E i dubbi sull'autunno sono ancora più grandi. Il rischio, però, è di trovarsi nell'epoca post Covid con diversi locali che non riusciranno più a riaprire al pubblico, con un danno anche per il turismo della regione. "Alla fine di questa storia metà dei locali non ci saranno più, non ci saranno più gli eventi e non troveranno di certo lavoro -dato che non ce n'è da nessuna parte- gli operatori del settore che al momento si trovano in una cassa integrazione ridicola, o almeno chi è riuscito a prenderla", sottolinea Bocciardo. Addetti alle pulizie, baristi, camerieri, security, dj, ballerini, gestori: dietro ad ogni attività ci sono persone e famiglie.
E intanto scoppia anche la polemica sugli assembramenti 'illegali' in party privati, per cui il sindacato si appella alla politica, chiedendo di far rispettare le regole o altrimenti il sacrificio della categoria sarebbe vano. Sacrificio che comunque deve essere in qualche modo sostenuto: 'o si riapre o abbiamo bisogno di finanziamenti', è l’aut aut. "Dato che facciamo intrattenimento siamo sempre considerati di serie B e con il Covid adesso ci considerano i luoghi dei cluster", prosegue Bocciardo. "Noi, però, avevamo dei protocolli. Qualcuno non li ha rispettati e ci sono stati dei contagi, ma se trovano 100 positivi in una azienda chiudono quella azienda e non l'intero settore".
IL COMMENTO
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