Se dopo la riflessione di Matteo Losio sul mondo della cucina, legata al nuovo servizio di asporto locale che scatterà nel fine settimana (vedi link), risposte dirette, su Primocanale, giungeranno mercoledì prossimo alle 21 dal ministro alle politiche agricole, Teresa Bellanova, in Francia la questione è ormai esplosa in tutto il suo peso. I riflessi potrebbero riscontrarsi pure nella confinante Liguria.
Infatti, oltralpe, è scattata una vera e propria petizione contro i colossi delle vendite on line. Già attivo l'hashtag #NoëlSansAmazon, Natale senza Amazon. Diverse personalità hanno messo la loro firma, tra questi spiccano i sindaci di Parigi e Grenoble.
Il documento sottolinea la questione fiscale mai risolta. Secondo gli ideatori della crociata ogni posto di lavoro creato da Amazon ne fa scomparire almeno 2,6 tra negozi che chiudono e danni all’indotto. Secondo le associazioni di categoria transalpine, la realtà di Jeff Bezos, poi, punta su un numero troppo limitato di aziende transalpine enfatizzando che su ogni vendita la commissione trattenuta risulta pari al 15%.
Ora, il nuovo affondo al profumo di pesto? "L'onda francesce è forte e trainante. Serve una riflessione condivisa e urgente, mirata soprattutto a quelle persone che potrebbero comprare nei negozi e non lo fanno. Qui c'è in gioco il futuro delle città e dei paesi. Il problema enorme è quello delle tasse. Sono a conoscenza di un forte interessamento per iniziative analoghe dei commercianti genovesi. Mercoledì sera in trasmissione tutte le novità" ha spiegato il cucinosofo Sergio Rossi, tra i primissimi a chiedere una valutazione alla categoria ligure per un tema non più rinviabile anche dalla classe politica.
IL COMMENTO
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