Non solo voci di denunce, carenze e difficoltà. Sebbene, sia opinione diffusa, come la notizia negativa faccia sempre più notizia, in simili epoche storiche, c’è bisogno anche di positiva concretezza su corretti funzionamenti pubblici che diano fiducia all’utente. Se, poi, il tema verte sul comparto sanitario, ormai, il fatto diventa quasi indispensabile. A farsi carico di un simile aspetto è la dottoressa Laura Casalino, cardiologa territoriale di Asl3 Genovese Distretto 13 e presidente dell’associazione cardiologi liguri.
Autrice di un’intervista qualche giorno fa sul sito primocanale.it, ora, torna sul tema legato all’importanza di un territorio forte ed efficiente in chiave di servizi medici: “Un obiettivo che può esistere solo se si crea un incontro sinergico tra una amministrazione che crede nella cura della cronicità e dei colleghi volenterosi di intraprendere questo percorso con onori e oneri che un impegno del genere comporta”. La sua analisi si snoda attraverso un excursus legato all’investimento di Genova Quarto visto con gli occhi di chi lavora all’interno di quella struttura.
Perché viene citato come uno degli esempi simbolo della vicinanza al cittadino?
“Per il semplice motivo che rappresenta, davvero, un eccellente esempio di questa sinergia. Personalmente, posso raccontarla da un punto di vista privilegiato poiché, lì, opero in modo giornaliero. Questa storia comincia da lontano e ha radici antiche che affondano nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Nervi. L’ospedale è divenuto ex-ospedale garantendo un’offerta di cura di tipo territoriale e divenendo un punto di riferimento per il levante genovese”.
Quale la caratteristica principale del sito?
“Nonostante il passare degli anni e gli avvicendamenti di personale, la cifra che ha sempre contraddistinto il gruppo di lavoro è stata un’attenzione globale alla persona - malato, dalle cure al percorso per accedere ad esse: in una parola, la “presa in carico” del paziente.
Quale la fotografia attuale?
“La nuova sede di Quarto ha, da un lato, favorito una maggiore commistione e condivisione delle problematiche cliniche con i colleghi delle altre specialità (diabetologi, geriatri etc..) e dall’altro, ha visto, attraverso l’arrivo di un collega aritmologo e impiantista, strutturalmente a cavallo tra ospedale e territorio, un ulteriore upgrading del nostro centro cardiologico”.
Quale il percorso seguito per un nuovo paziente?
“Un paziente che accede alla Casa Salute di Quarto e ha un problema cardiologico importante (come può essere lo scompenso cardiaco) viene “inserito” in un percorso dedicato e facilitato che offre l’esecuzione immediata degli esami di laboratorio, la pianificazione di un’agenda di visite mediche (plurispecialistiche) e infermieristiche e, se necessario, l’esecuzione nella stessa seduta di una valutazione aritmologica o il controllo del pacemaker se portatore di tale device. Inoltre, nel caso in cui il paziente necessiti di procedure che richiedono l’ospedalizzazione (studi elettrofisiologici, impianto di pacemaker, impianto di loop recorder etc) la figura del cardiologo a cavallo tra ospedale e territorio garantirà, anche “fisicamente”, la continuità e la bidirezionalità del percorso fatto dal paziente: dal territorio all’ospedale di riferimento (ospedale Micone di Sestri Ponente) e ritorno”.
Quali i progetti futuri?
“Aggiungo l’ultimissima novità: l’accreditamento a centro Ospivax della nostra Cardiologia Territoriale. Il progetto Ospivax prevede la diffusione capillare della vaccinazione al fine di arrivare a offrire la possibilità di vaccinarsi al maggior numero di persone. Quindi, sempre nel contesto della stessa seduta, ai nostri pazienti scompensati è offerta anche la possibilità di eseguire la vaccinazione anti-influenzale, antipneumococcica e, in casi selezionati, anti-herpes Zoster da parte del nostro personale medico e infermieristico. Concludo con una nota personale, ciò che mi rende orgogliosa di lavorare nella nuova Casa Salute di ASL 3 di Genova-Quarto deriva dal fatto che essa è la concreta testimonianza degli ottimi frutti che si raccolgono quando si ha il coraggio di credere ed investire nel territorio abbandonando una ormai vetusta e fallimentare visione della sanità ospedalo-centrica.
È anzi quantomai auspicabile che queste realtà si moltiplichino sul territorio”.
Quali i vantaggi concreti riscontrati in modo scientifico?
“Se ciò avverrà centreremo importantissimi obiettivi etici ed economici. Offrire valide opportunità di cura a chilometro zero significa garantire la stabilità clinica dei pazienti evitandone il ricovero. Inoltre, partendo dal presupposto, ormai assodato, che qualsiasi ricovero (anche appropriato e necessario) porta purtroppo un downgrading della storia clinica di chi lo subisce, e come qualsiasi ricovero abbia un costo molto più elevato rispetto alla gestione territoriale, ecco che risulta fio troppo evidente indicare la sanità a Km0 l’unica medicina in grado di fare del bene risparmiando con un indubbio guadagno logistico quanto mai auspicabile in questo periodo”.
IL COMMENTO
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