Nonostante l’età avanzata sogno ancora di sciare, di volare sulla neve in quello stato di estasi che la neve, il sole, la montagna incantata ti sanno dare. Aspetti tutto l’anno che si possa fare, preghi perché la neve ci sia, gli impianti siano preparati e tutto funzioni.
Ma quest’anno no. Quest’anno non si può ed è giusto così e chi sostiene il contrario, in faccia al virus, commette un errore che si può solo giustificare con il disastro economico che provocherà la non apertura di tutto quel comparto e la speranza di evitarlo. Chi scia assapora il massimo della libertà, anche se oggi un po’ limitata dall’affollamento perfino pericoloso delle piste. Ma il resto della montagna è oggi un rischio enorme, malgrado i giustificati protocolli che si possono inventare. Voli sulle piste, ti chiudi in code spesso di ore per salire in seggiovia e sulle funivie, che sono il cluster ideale anche se ti dicono che limiteranno l’ingresso al 50 per cento.
Lo sci è assembramento dove prendi quegli attrezzi, dove calzi gli scarponi, dove inforchi gli attacchi, dove ti rifugi al caldo dopo ore di evoluzioni sotto zero, dove ti rifocilli, negli alberghi…...nelle baite… Insomma le piste aperte, gli impianti in pieno servizio, come avviene nella Svizzera delle terapie intensive al collasso, ma dell’economia fondata sulle banche, sul sistema finanziario e su quell’economia montana, sono oggi, durissima stagione invernale 2020-2021, un tragico errore, il moltiplicatore delle terza temutissima ondata.
Bisogna stringere i denti, assistere al meglio quei settori che oggi si disperano per la non riapertura e sperare che il seguito di stagione offra un largo spiraglio anche sull’orizzonte delle montagne. I liguri, gente di mare, amano la montagna, riempiono tradizionalmente le stazioni più prossime e anche quelle lontane per poter sciare. Alcune sono diventate veree depandance dei genovesi e dei liguri, in Val d’Aosta, in Val di Susa, ma anche altrove. Paesi deliziosi, piccoli, incantati, ma dove assembrare è inevitabile. Forse si può frequentarli senza sciare tradizionalmente, ma trovando altre soluzioni per un soggiorno tanto salubre: passeggiate in solitario, lontano dal circo delle piste e dal suo contorno. Ma chissà.
E poi come potremmo sopportare un situazione nella quale si può andare a giocare alla roulette russa del contagio sulle piste da sci, mentre la maggior parte delle scuole sono chiuse da mesi e mesi? Per qualche mese preferisco il harakiri dello sci.
cronaca
Banchi chiusi e piste aperte, il harakiri di uno sciatore
Bisogna sperare che il seguito di stagione offra uno spiraglio anche alla montagna
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