Nulla è più eccitante di una cosa vietata. Lo sanno bene gli americani che, dal 1920 al 1933, hanno bramato l’alcol più d’ogni altra cosa: si era nel proibizionismo e farsi un goccetto era, semplicemente, illegale. Da costa a costa era tutto un fiorire di locali clandestini, spinti dal desiderio e protetti da ‘parole d’ordine’: le sbronze più colossali della loro storia gli americani le hanno prese in quei tredici anni.
Esattamente cento anni dopo la storia si ripete, ingigantita: il Covid rende pericolose tutte le attività umane e persino il panettone, la frutta secca e le interminabili partite a Mercante in Fiera ci sembrano, oggi, la cosa più sexy della terra; l’idea di rinunciare ai ravioli della nonna, quelli che un anno fa ci facevano ingrassare, costituiIsce oggi un’intollerabile rinuncia.
Ed è quindi inevitabile che anche il Bel Paese sia oggi tutto un pullulare di feste privatissime e segrete, di discoteche improvvisate, di luoghi ‘mask free’. E poco conta che partecipare a simili conclavi sia pericoloso e persino stupido: è vietato, pertanto irresistibile.
Eppure, con l’approssimarsi del Capodanno (che è sregolata festa di popolo ben più che il Natale), una possibilità di stappare una bottiglia in un salone pieno di sconosciuti senza violare alcuna legge, c’è: sopra una nave. Colori e coprifuochi, infatti, valgono sulla terra ma non sul mare: basta prendere il largo e il gioco è fatto. Sono quindi moltissimi gli italiani che stanno pensando, magari per la prima volta in vita loro, alla crociera di fine anno, così da salutare questo maledetto 2020 dai ponti di una nave.
Del resto, a differenza delle festicciole spargi virus, il modus operandi delle compagnie di navigazione è ultra sicuro e riesce quindi a conciliare la voglia d’evadere con la ragionevole certezza di non buscarsi una brutta polmonite. I protocolli Covid adottati dai vettori sono infatti severissimi: tamponi a inizio, metà e fine crociera, continue misurazioni della temperatura, sanificazioni a raffica, sistemi d’areazione filtrati e persino braccialetti in stile cinese, così da tracciare ogni possibile contagio. E poi distanziamento, spettacoli a prova di virus e nessuna concessione al rischio. La nave come una bolla, insomma, passata da simbolo negativo della pandemia a rifugio sicuro.
Msc e Costa, provate da mesi terribili in cui i fatturati si sono ridotti fin quasi allo zero, sperano che la breve stagione festiva possa portare un po’ di sollievo al loro lavoro: Msc Grandiosa salperà domenica 27 per rientrare a Genova il 3 gennaio; Costa Smeralda, invece, ha organizzato uno speciale veglione di Capodanno con il contributo del mitico Piper di Roma, garantendo però che non è prevista la discoteca ma una forma più sobria (e sicura) di intrattenimento.
In attesa di un vaccino che renda davvero immune buona parte della popolazione, dunque, resta solo la crociera. Per tutti quelli che non potranno salpare, costretti a terra dalle contingenze, un solo consiglio: non provate a farlo a casa, ragazzi.
porti e logistica
Dire addio al 2020 senza colori e coprifuochi si può: in crociera
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