salute e medicina

Oltre 600 a Genova in attesa di essere assegnati alle scuole di specializzazione
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Scendono in piazza i medici "ostaggio del Ministero", quelli che in piena emergenza sanitaria sono in attesa di essere assegnati nelle scuole di specializzazione del territorio nazionale. In Italia sono 24mila, in Liguria circa 600 coloro che hanno fatto il concorso e stanno aspettando da ottobre che venga data loro una destinazione. Per questo si è svolta una protesta a Genova come in altre piazze italiane, simbolica e nel rispetto del distanziamento sociale. "Sbloccate SSM 2020" o "Più specalisti e meno medici precari". 

Il risultato delle graduatorie sarebbe dovuto arrivare lo scorso 3 dicembre, dopo una serie infinita di peripezie: la prova per i 24mila candidati, infatti, avrebbe dovuto svolgersi in piena estate, ma si è riusciti ad allestirla solo per il 22 settembre. Da lì i ricorsi, causati da una domanda "sbagliata" a causa della "procedura informatica", che confondeva in una radiografia la destra e la sinistra. I procedimenti hanno rallentato però le operazioni facendo slittare tutte le scadenze previste. Poi il 3 dicembre la doccia fredda: altri 15 giorni da aspettare, almeno, per sapere se verranno conteggiate tutte le 100 domande o se quella 'incriminata' verrà esclusa. "E' una situazione surreale visto che in questo momento c'è carenza di medici in corsia e noi medici neolaureati e neoabilitati non possiamo accedere alle borse di specializzazione", commenta Sara Carpaneto, giovane genovese scesa a protestare. 



"Siamo tutti giovani medici che per altro ci siamo dovuti licenziare da incarichi come quelli di guardia medica o altre attività in prima linea per  contrastare il Covid, in vista della presa di servizio prevista per il 30 dicembre", spiega Roberta Rissotto, Segretariato Italiano Giovani Medici. "Quindi adesso non solo sono scoperti dei posti in ospedale, dato che gli specializzandi del primo anno non sono ancora entrati in servizio e quelli dell’ultimo anno si sono specializzati ad ottobre, ma sono scoperti anche molti posti per le Usca (unità speciali di continuità assistenziale per il Covid)". 



Un altro tema è poi quello delle borse di specializzazione, quest'anno incrementate ma comunque pur sempre 14 mila, che vanno a creare una sorta di limbo dei cosiddetti 'camici grici', medici laureati che non riescono ad accedere alla specialistica e che quindi non hanno un contratto di formazione: "Quest'anno saranno più di 10 mila coloro che non potranno proseguire il percorso di formazione e saranno costretti quindi a lavorare soltanto in guardia medica", sottolinea Francesca Ridella. E la collega Carpaneto conclude: "Ma per diventare cardiologi, chirurghi, medici interni, neurologi non basta la laurea in medicina!".