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Nella stessa inchiesta è indagato anche Girolamo Condoluci, 44 anni, accusato di favoreggiamento. Fedele venne fatto inginocchiare e ucciso con almeno due colpi di arma da fuoco: uno alla sommità della testa e uno alla nuca. Il delitto, secondo gli inquirenti, è avvenuto con i metodi mafiosi e l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito di affari legati alla droga.
C'è una frase che incastrerebbe Girolamo Condoluci, ora ai domiciliari per favoreggiamento, come complice del favoreggiamento nei confronti di Domenico Pellegrino nell'assassinio e occultamento di cadavere di Joseph Fedele. Da una intercettazione ambientale, infatti, gli inquirenti sentono Conduluci che, rivolgendosi alla compagna (intestataria del furgone usato per trasportare il corpo a Calvo), dice: "Sto furgone puzza di cadavere". Nella stessa giornata, poco dopo, gli investigatori captano alcune frasi, che dimostrano come Pellegrino sia probabilmente preoccupato dell'esistenza di tracce lasciate a bordo dello stesso furgone.
Il quadro si aggrava progressivamente, dopo la pubblicazione sulla stampa online di notizie riguardanti l'omicidio. A partire da un primo commento alla notizia dell'identificazione del cadavere, che compare il 25 novembre scorso, alla quale fa seguito uno scambio di battute il giorno successivo. Pellegrino dice a Condoluci: "Hai letto oggi?", segue la risposta di Condoluci: "Noo... Ho letto, ma ...noo, sta passando tutto". Altri elementi emergono, dopo la pubblicazione, sempre online, di articoli relativi al rinvenimento dell'autovettura di Fedele a Mentone. Pellegrino, probabilmente dopo avere mostrato alla madre l'articolo che dava la notizia del ritrovamento, dice alla donna "ci sono arrivati" e lei risponde con un indicativo "Noo...". Un altro scambio di battute si ha quando Pellegrino mostra alla madre qualcosa, probabilmente un articolo di giornale online e dice "Eccolo mamma"; la madre risponde: "hanno scritto così, ma tu che ne sai se è vero..." e lui commenta: "Ma sì che è vero".
IL COMMENTO
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