Cento anni fa come oggi nasceva a Livorno il Partito comunista italiano. Non esiste più, il Pci. Se ne celebra il secolo della fondazione come si fa, comunque la si pensi, con i reperti storici di grande valore. Lunedì sera ho visto su Primocanale la bella trasmissione condotta da Andrea Scuderi e curata da Mario Paternostro.
È stato un sapiente incrocio fra le vicende nazionali e internazionali e quelle genovesi. Ed è stato impossibile non confrontare il personale politico che sfilava sullo schermo della principale emittente ligure con quello che per due giorni ha reso protagonista il Parlamento praticamente "a reti unificate".
Non c'è stato paragone. Gli esponenti genovesi e non genovesi del partito di ieri sono sembrati dei giganti. Qualcuno potrebbe osservare che l'anagrafe può giocare lo scherzetto di un romantico rimpianto. Forse. Però, domando: comprereste un'auto usata da un uomo, Giuseppe Conte, che prima fa il governo con Salvini, ne firma orgogliosamente i decreti sicurezza e ostenta la propria passione per il presidente americano Donald Trump ("la sua agenda è la mia") e subito dopo fa il governo con il leader Pd, erede del Pci, Nicola Zingaretti, revoca i decreti sicurezza e ostenta passione per il nuovo presidente americano Joe Biden ("la sua agenda è la mia")?
In mezzo c'è pure il passaggio da un euroscetticismo convinto ad un europeismo altrettanto convinto. Chi sia il vero Conte nessun lo sa. Di sicuro uno che vuole andare avanti a tutti i costi come premier e che rende Matteo Renzi, l'antipatico Renzi, un campione di coerenza e coraggio. Non sono stato mai tenero con l'ex Presidente del Consiglio, ma stavolta non riesco proprio a dargli torto.
Ha ragione nel merito degli argomenti utilizzati per arrivare all'astensione sulla fiducia al governo (necessaria, va detto, anche a tenere unito il gruppo di Italia Viva) e pure nel metodo, così criticato. "Una crisi in piena pandemia è una follia" è stato detto da ogni parte. Somma ipocrisia. Qualcuno ha visto Conte, Speranza e altri ministri aggirarsi per ospedali e terapie intensive? Via, siamo seri. Una volta messa in marcia, la macchina antivirus cammina da sola, che ci sia o non ci sia un governo. E quanto ai provvedimenti contro gli effetti della pandemia, anche quelli urgenti, giova ricordare che un governo sfiduciato resta comunque in carica per l'ordinaria amministrazione. Mentre per la straordinaria, come un decreto ristori o uno scostamento di bilancio, neppure l'opposizione fa mancare il proprio voto.
Insomma, la crisi non c'entra nulla con la salute degli italiani. I quali, difatti, danno per scontato che possa esserci un posto gratuito in ospedale, se ne hanno disgraziatamente bisogno. Perché la salute, come il pane, il lavoro e l'istruzione sono le grandi conquiste avvenute soprattutto per merito della sinistra, incarnata dal Pci e dai suoi eredi.
Almeno fino ad un certo punto. Ha ragione il collega Marco Peschiera quando, sempre lunedì sera su Primocanale, dice questa cosa. Ma: il Pd può considerarsi ancora un partito di sinistra? In altri tempi, e non è un giudizio morale sia chiaro, il primo partito della sinistra non avrebbe mai accettato il mercato dei senatori per garantire sopravvivenza al governo di cui fa parte. In altri tempi avrebbe fatto delle critiche mosse all'esecutivo di Conte, simili se non uguali a quelle di Renzi, un'ottima ragione per passare oltre "Giuseppi". In altri tempi, anzi, il governo "Conte due", voluto da Renzi contro i pieni poteri al leghista Matteo Salvini anche a costo di abbracciare "gli odiati Cinque Stelle", non sarebbe neppure nato.
Invece, è accaduto tutto questo. In attesa di capire le mosse del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal quale il premier è andato a riferire, i Dem faranno da stampella al governicchio di Conte, con l'aggravante che adesso non c'è più neppure l'alibi di Renzi e dei renziani. D'ora in poi, quindi, toccherà al Pd, se lo vorrà, fare le pulci alla maggioranza. Fare le pulci e, eventualmente, trarne le conseguenze. Ma: lo vorrà? Solo che se devi porti questa domanda, resta difficile pensare al Partito democratico come all'autentico erede del Pci.
cronaca
Il Pci e quell'eredità tradita nel governicchio a trazione Pd
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