Alessandro Laghezza è CEO e owner del gruppo omonimo, azienda con 250 dipendenti sul territorio nazionale attiva nei settori doganale, logistico e dei trasporti con sede alla Spezia. Laghezza è presidente di Confetra Liguria, Presidente della sezione Logistica di Confindustria La Spezia e consigliere nazionale di Fedespedi.
Come avete vissuto la pandemia da Covid 19?
“C’è stato un momento molto negativo, durante i mesi del lockdown siamo scesi del 40-50% nei volumi di traffico, con previsioni molto negative sul piano macroeconomico: in quella fase siamo stati tentati dal riorganizzarci in previsione di un 2020 estremamente difficile, poi fortunatamente la seconda parte dell’anno ha vissuto un miglioramento; il porto della Spezia ha chiuso con un complessivo -17%, circa -10% sul solo traffico contenitori. Sono dati certo negativi ma meno apocalittici rispetto al previsto”.
La città della Spezia sta vivendo un periodo di grande trasformazione, tra crociere, porto commerciale e nautica da diporto: è davvero tutto rose e fiori?
“Io credo che i segnali di vitalità mostrati dalla città negli ultimi anni siano stati evidenti, nella nautica, nel porto e anche nel settore industriale: non sempre l’occupazione che si crea è di prima qualità, lo scandalo emerso in alcuni cantieri navali ne è testimonianza, però possiamo vantare diverse leadership di cui andiamo fieri, in particolare nella portualità, del resto La Spezia è il secondo porto italiano per movimentazione dei contenitori”.
Per mantenere o migliorare questa posizione il ruolo delle istituzioni è fondamentale: partiamo dal nuovo presidente dell’Autorità di sistema, Sommariva.
“Ho incontrato il nuovo presidente e l’ho trovato competente e concreto, credo che il primo approccio sia stato ottimo. Penso che abbia capito che il problema fondamentale del nostro porto sia riavviare gli investimenti dopo un lungo periodo di stallo: su questo tema si è anche aperto uno scontro con la città, in particolare con il sindaco Peracchini, compito di Sommariva è rimettere insieme le tessere di questo puzzle, rinforzando sia il porto commerciale che la stazione marittima. Questo lavoro permetterà al presidente di lasciare un segno importante su La Spezia e noi saremo al suo fianco in questo percorso”.
Il porto della Spezia è caratterizzato dalla presenza di Contship che, attraverso LSCT, gestisce la gran parte dei traffici commerciali: le recenti polemiche sul mancato rispetto delle tempistiche sugli investimenti di Contship la preoccupano? La Spezia deve guardare a un altro operatore?
“Contship è stato il volano dello sviluppo portuale degli ultimi 30 anni e ha una storia importantissima in città: è vero che ultimamente questo processo di crescita si è un po’ fermato, in un rimpallo di responsabilità tra azienda e autorità portuale. La verità probabilmente sta nel mezzo ma ora i nodi vanno sciolti: se, come pare, Contship vuole riorientare i suoi investimenti da Garibaldi ovest alla marina del Canaletto, la questione va affrontata senza perdere altro tempo. Allo stesso modo anche calata Paita, destinata allo sviluppo della stazione marittima, deve essere liberata con urgenza. In questo senso la parte pubblica deve essere proattiva e non deve costituire un impedimento”.
A proposito di parte pubblica: il sindaco Peracchini è stato molto duro nella sua polemica contro Contship, questa conflittualità è un danno?
“Io penso di si. Da parte dell’azienda c’è stata una mancanza di attenzione alle relazioni con il territorio e credo che i manager lo riconoscano, da parte del sindaco c’è stata un’opposizione preconcetta fin dal giorno del suo insediamento: è un atteggiamento che non capisco poiché Contship è e resta il primo operatore del porto e con esso è indispensabile mantenere un dialogo costruttivo. Chiedo dunque al sindaco una maggiore attenzione ai temi del porto”.
A Genova si sta pianificando la diga foranea: una maggiore competitività del bacino del porto storico è un rischio per i traffici spezzini?
“Noi abbiamo due vicini ingombranti, di grande tradizione, Genova e Livorno: siamo spesso stati in grado di batterli sul piano dell’efficienza ma è innegabile che il loro peso politico sia superiore al nostro e, di conseguenza, è maggiore la loro capacità di attrarre investimenti. Genova, assieme a Trieste, è considerata il punto di riferimento della portualità italiana ma anche Livorno ha un ruolo molto importante: per questo ritengo che La Spezia debba giocarsi la partita sfruttando le proprie caratteristiche, flessibilità, competitività, un retroporto come ce ne sono pochi in Italia. Gli altri però si muovono, dobbiamo farlo anche noi.
La Pontremolese resta una chimera o il fatto di essere stata inserita tra le opere strategiche del Governo è un passo avanti?
“Probabilmente è un passo avanti: il fatto che la si possa adeguare ai traffici del porto nelle tratte in pianura lo dò per scontato, il raddoppio della galleria di valico, invece, necessita di ulteriori conferme. Si tratta di un’opera molto importante per La Spezia ma anche per il resto della Liguria e per la Toscana”.
Il gruppo Laghezza sta crescendo molto anche diversificando i campi d’azione.
“Un anno e mezzo fa mi sono posto un obiettivo, 100 milioni di fatturato all’anno entro 5 anni: questo risultato lo centreremo prima grazie a tanti investimenti sui trasporti, la logistica, i trasporti eccezionali in uno sguardo a 360 gradi. Ogni giorno cerco di alzare l’asticella, per i miei figli e per le 250 persone che lavorano con me”.
porti e logistica
Laghezza a tutto campo: "Sommariva bene, a Peracchini chiedo più attenzione"
E sul porto della Spezia: "Abbiamo vicini ingombranti, dobbiamo muoverci"
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