Si è concluso, con i colloqui con Lega e M5s, il primo giro di consultazioni di Draghi. Alla Camera è arrivato anche Beppe Grillo per il vertice del M5s che ha preceduto le consultazioni con il premier incaricato. Presenti anche Luigi Di Maio, Davide Casaleggio e il premier uscente, Giuseppe Conte, e quasi tutti i ministri del M5s chiamati a partecipare al vertice, da Stefano Patuanelli a Fabiana Dadone, da Federico D'Inca' a Alfonso Bonafede.
E proprio durante l’incontro che ha preceduto quello con Draghi, Beppe Grillo, ha fatto il suo show, motivando i suoi con un monologo di 45 minuti, per poi, sul finale, citare una massima di Platone: "Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti".
L’esito dell’incontro con Draghi viene invece affidato alle parole del capo politico del Movimento, Vito Crimi: "Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà", ha detto. Il nuovo governo deve avere "un'ambizione solidale, ambientalista, europeista. E partendo da quello che è stato già realizzato. Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l'umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza".
"Oggi abbiamo ribadito che serve una maggioranza politica solida, che possa sostenere un governo solido. E serve superare quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte II. Gli atti fatti da qualche forza politica sono comunque presenti nei nostri ricordi" ha detto Crimi, che aggiunge: "E' importante che l'attuazione del recovery Plan sia fatta non solo nell'interesse specifico dei progetti ma c'è il mondo che ci guarda e giudicherà se l'Italia è un Paese che è cambiato. E noi con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l'attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, traparenza e nell'interesse dei cittadini".
Fuori da Montecitorio ha parlato anche il premier uscente Giuseppe Conte: "Dobbiamo guardare sempre il bene dell'Italia, quindi nessun rammarico. Vediamo se si creano le condizioni perché il Paese sia messo in sicurezza al più presto".
E nell’ultimo giorno di consultazioni non pone veti il leader della Lega Matteo Salvini: "Noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna condizione né su persone né sulle idee. Il bene del paese deve superare l’interesse personale e partitico", ha detto al termine dell'incontro con Draghi.
“Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita. E' stata mezz'ora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti sull'idea dell’Italia che per diversi aspetti coincide", ha detto il segretario della Lega, che ha poi aggiunto: "Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati a differenza di altri, crediamo, non si può andare avanti a colpi di no".
"Ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada che, non sarà lungo, insieme. Sull'immigrazione l'Ue ci chiede di difendere le frontiere non penso dunque che sia questo un tema divisivo", ha detto infine Salvini.
Il giro di colloqui dell'ex presidente della Bce è dunque servito a far andare a posto i primi pezzi del puzzle. LeU, che fra i partiti della vecchia maggioranza, è il più freddo, avverte però di un pericolo che in molti temono: il rischio di una compagine disomogenea, che in Parlamento potrebbe condurre a percorsi laboriosi e esporre a sgambetti, ora di una forza parlamentare, ora di un'altra.
I gruppi che alle Camere si collocano più a sinistra sono anche quelli che esprimono con maggiore forza la difficoltà di ritrovarsi fianco a fianco con la Lega. Questione posta anche dai Dem, che però hanno già messo agli atti la disponibilità a lasciare a Draghi lo spazio per trovare una sintesi.
Per fare un esempio, le idee sul blocco dei licenziamenti, la cui scadenza è fissata per fine marzo, sono molto diverse. L'alleanza LeU-Pd-5S "non può essere dispersa", ma siccome si basa su programmi e progetti appare "incompatibile" con il partito di Salvini, dice Loredana De Petris al termine del colloquio con il premier incaricato. "Con Draghi siamo stati molto chiari", aggiunge. Ma se poi questo sia un muro invalicabile è da vedere.
Conferma la fiducia nel premier incaricato anche il Pd con Nicola Zingaretti che cita Ciampi: “la sfida è grande ma il Paese ce la farà”. I Dem presenteranno delle “proposte per un programma di governo forte, di lunga durata”.
La delegazione di Forza Italia, orfana di Silvio Berlusconi, trattenuto da ragioni di salute, parla tramite Antonio Tajani che conferma il “pieno appoggio” anticipato proprio dal Cavaliere a Draghi in un lungo colloquio telefonico.
La prossima settimana Draghi porterà di nuovo tutti a un tavolo: ci sarà un secondo giro di consultazioni nella giornata di lunedì e già nelle prossime ore potrebbero essere ascoltate le parti sociali. Poi si passerà alle proposte e Draghi conta di fugare i dubbi residui, che riguardano il perimetro della maggioranza ma anche l'identikit della squadra di governo. Intanto il sostegno più entusiasta arriva da Italia Viva: sarà "a prescindere" dalle formule, è la linea di Matteo Renzi.
IL COMMENTO
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