cronaca

Le motivazioni della sentenza che ha annullato l'assoluzione dei due imputati
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Un errore macroscopico. Così la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha annullato le assoluzioni di Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, evidenzia l’esistenza di un grosso errore dei giudici dell'Appello che hanno esaminato in modo superficiale le prove sulla morte della genovese Martina Rossi.


La Cassazione si era pronunciata il 21 gennaio scorso,
disponendo un processo d'appello bis a Firenze per la morte di Martina, che nell'estate del 2011, precipitò dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con delle amiche (LEGGI QUI).

Vanneschi e Albertoni, condannati nel 2018 in primo grado dal tribunale di Arezzo a 6 anni di reclusione per tentata violenza sessuale di gruppo e morte come conseguenza di altro delitto, erano poi invece stati assolti in appello.

“I giudici di appello, con un esame invero superficiale del compendio
probatorio, hanno ritenuto di ricostruire una diversa modalità della caduta della ragazza, cadendo in un macroscopico errore visivo di prospettiva nell'esaminare alcune fotografie, quanto all'individuazione del punto di caduta, individuandolo nel centro del terrazzo”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza dei giudici della III sezione penale della Cassazione.

Secondo i giudici, nella sentenza di appello sono stati “depotenziati” tutti gli elementi fattuali certi della scena del tragico evento, come i graffi sul collo di Albertoni, e il mancato rinvenimento sul cadavere della vittima dei pantaloncini del pigiama.

E proprio la mancanza dei pantaloncini del pigiama “appare
difficilmente collegabile a un gesto suicidario” si legge.

“Ciò che conta è che Martina precipitò senza i pantaloncini del pigiama e tale elemento oggettivo indiscutibile non può sparire anch'esso dalla valutazione dei giudici di merito, ma deve essere correttamente considerato in collegamento con le altre evidenze probatorie al fine di esaminare in via deduttiva le probabili o possibili ragioni della sua mancanza addosso a Martina al momento della caduta, essendo evidente che i pantaloncini con cui la ragazza giunse nella stanza d'albergo degli imputati furono tolti quando la stessa si trovava all'interno della camera 609” scrivono i giudici.

Adesso non resta che attendere un nuovo processo.