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Pronta la replica di Bassetti: "Ho appena finito di vedere tutti i pazienti ricoverati qui nel mio reparto al San Martino, come faccio ogni giorno da oltre un anno. Abbiamo anche qualche caso di varianti inglesi, che non rappresentano la maggioranza - precisa Bassetti su Facebook - I pazienti con queste varianti hanno un andamento clinico come tutti gli altri senza particolari differenze. Trovo importante vigilare sul problema varianti, ma non terrorizzare la gente. Questa è la differenza tra chi fa il medico in corsia e chi si considera o è considerato esperto dalla stampa e dalla politica, ma pazienti non ne ha visti e non ne vede. Per affrontare questa infezione, come peraltro per tutte le altre, ci vuole calma, organizzazione e conoscenza".
In precedenza lo stesso virologo genovese aveva detto, in un'intervista a iNews24: "Un conto è dire di fare un lockdown, un altro è dire di fare attenzione nelle prossime settimane. Noi abbiamo davanti un mese-un mese e mezzo molto importante in cui gli ospedali devono riorganizzarsi, alzare gli argini, preparare posti letto se non li hanno, lavorare a stretto contatto con il pronto soccorso e capire quanti dei pazienti hanno le varianti", ha spiegato Bassetti. "Se Galli ha un problema, proponga alla Regione di fare un'immediata zona rossa nella sua area". Errato secondo Bassetti, quindi, pensare ad un lockdown generalizzato di un mese, difficilmente conciliabile con la gravissima crisi economica in corso. "Perfino il colore di una regione è sbagliato, le misure vanno prese a livello locale, al massimo si può pensare ad un lockdown locale e poi ad una riapertura. Sarà anche la soluzione che forse non risolve completamente la situazione, ma dobbiamo convivere con il virus".
IL COMMENTO
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