
Giorgio Parodi volava su aerei che sarebbe eufemistico definire pericolosi e correva in moto, in un’epoca in cui ad ogni volo o gara un pilota non sapeva se avesse fatto ritorno a casa sulle proprie gambe o in una bara.
Se si pensa alle difficoltà dei primi decenni del Novecento, ogni minima azione di quell’epoca ha un valore enormemente superiore se paragonata ai giorni attuali. Oggi tutto è più semplice grazie proprio alle invenzioni e all’innovazione di quelle decadi fondamentali per la storia motoristica. L’Europa ed in particolar modo l’Italia erano il centro mondiale dello sviluppo e della produzione automobilistica e motociclistica. Visitando il Museo Moto Guzzi a Mandello del Lario si può notare quanti concetti e soluzioni ancora utilizzati sulle moto attuali siano stati studiati e concepiti in Italia, nell’azienda fondata proprio a Genova da Giorgio Parodi e Carlo Guzzi.
I giapponesi, decenni più tardi, perfezioneranno e standardizzeranno la qualità delle produzioni, ma va ricordato e sottolineato che la stragrande maggioranza delle soluzioni tecnologiche e meccaniche motociclistiche sono nate nel Vecchio Continente ed in particolare modo in Italia. Il marchio Moto Guzzi, ora appartenente al Gruppo Piaggio, è un patrimonio che noi appassionati italiani dobbiamo preservare e vantare, ricordando l’enorme valore che Giorgio Parodi ha lasciato al mondo dei motori.
IL COMMENTO
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