cronaca

Dopo le minacce sui social alla famiglia proprietaria di Aspi
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Il rischio è che dopo tante minacce virtuali sui social qualcuno passi alle vie di fatto.

Per questo da alcune settimane le forze di polizia stanno vigilando su tutti i negozi della catena della famiglia Benetton in provincia di Genova, la città di Ponte Morandi, la città del crollo e delle 43 vittime, la ferita che nessuno potrà mai dimenticare e sfociata in una vera e proprio campagna contro i proprietari di Atlantia e di Autostrade.

I controlli sono stati disposti dal comitato per l'ordine e la sicurezza della prefettura di Genova e vengono svolti dalle pattuglie di polizia e carabinieri ad ogni ora del giorno e della notte.

A Genova i negozi del colosso “United Colors of Benetton" sono tre, nelle centralissime via XX Settembre e via San Vincenzo e nel levante, a Nervi, in via Oberdan.

Altri negozi della stessa catena si trovano nel Golfo del Tigullio, fra Rapallo e Sestri Levante: anche lì controlli saltuari per dissuadere i potenziali attentatori.

Già in passato le catene dei negozi Benetton erano state prese di mira dai movimenti antagonisti per il presunto sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche delocalizzate nei paesi più poveri, in India, ad esempio.

Un tracollo per l'immagine della famiglia Benetton che nell'immaginario collettivo era, anche grazie alle campagne pubblicitarie etiche e solidali avviate con le immagini di Oliviero Toscani, presentata come il volto umano del capitalismo.

Dopo il crollo del Ponte, dopo le 43 vittime innocenti sacrificate al profitto, tutto è cambiato, dalle prime manifestazioni davanti ai negozi di tutta Italia (nella foto) alle minacce sui social che ocstringono ora la polizia a vigilare su tutti i negozi Benetton.