"Certosa da tre anni a questa parte è cambiata in peggio, purtroppo non c'è stata alcuna riqualificazione del territorio. Le criticità che esistevano già prima del crollo rimangono tutt'oggi, sia per quanto rigurda la viabilità sia i servizi, oltre alla fragilità del tessuto economico e commerciale"
"I negozianti inizialmente sono stati aiutati, ma teniamo conto che per molto tempo questo quartiere è rimasto isolato a causa della chiusura della strada: sarebbe stato più utile un aiuto sulla rigenerazione del territorio dopo il crollo del ponte, che al momento non c'è stato."
Dove si trovava quando è successo? "Quando è crollato il Ponte Morandi, io mi stavo godendo il primo giorno di ferie dopo tre anni, ero a Frabosa. Più che il clima fresco ricordo il freddo che è calato su di noi quando abbiamo appreso la notizia: siamo dovuti tornare indietro perché eravamo preoccupati per quello che stava capitando. Mi hanno avvisato tramite messaggi e poi ho visto la foto agghiacciante del ponte crollato."
"Ho pensato subito alle possibili vittime: ancora oggi è un pensiero su cui mi soffermo e mi lascia sempre sbigottito il fatto che così tante vite siano stae spezzate mentre andavano a lavoro o in ferie. E soprattutto non ho dormito per parecchie notti al pensiero che avrei potuto esserci anche io su quel ponte, a quante volte ho giocato alla roulette russa mettendo in palio la mia vita."
"Come quartiere non ci aspettavamo che potesse crollare, ma ci eravamo accorti che il ponte non fosse in ottimo stato: spesso qualcuno trovava dei calcinacci sopra la propria auto parcheggiata, per cui non dava l'idea di essere solido ma da qui a pensare che potesse crollare ce ne passava."
"Sono ancora sbigottito sul fatto che chi è risultato responsabile di questa strage non solo gestisca ancora le autostrade ma abbia anche avuto dei dividendi nella passaggio allo Stato. Ma il problema è che chi lo gestiva e lo controllava aveva molti scheletri nell'armadio. E' stata una cosa indegna nei confronti dei residenti e delle famiglie delle vittime perché ho ancora molti dubbi sul fatto che sarà fatta giustizia alla fine."
Dove si trovava quando è successo? "Quando è crollato il Ponte Morandi, io mi stavo godendo il primo giorno di ferie dopo tre anni, ero a Frabosa. Più che il clima fresco ricordo il freddo che è calato su di noi quando abbiamo appreso la notizia: siamo dovuti tornare indietro perché eravamo preoccupati per quello che stava capitando. Mi hanno avvisato tramite messaggi e poi ho visto la foto agghiacciante del ponte crollato."
"Ho pensato subito alle possibili vittime: ancora oggi è un pensiero su cui mi soffermo e mi lascia sempre sbigottito il fatto che così tante vite siano stae spezzate mentre andavano a lavoro o in ferie. E soprattutto non ho dormito per parecchie notti al pensiero che avrei potuto esserci anche io su quel ponte, a quante volte ho giocato alla roulette russa mettendo in palio la mia vita."
"Come quartiere non ci aspettavamo che potesse crollare, ma ci eravamo accorti che il ponte non fosse in ottimo stato: spesso qualcuno trovava dei calcinacci sopra la propria auto parcheggiata, per cui non dava l'idea di essere solido ma da qui a pensare che potesse crollare ce ne passava."
"Sono ancora sbigottito sul fatto che chi è risultato responsabile di questa strage non solo gestisca ancora le autostrade ma abbia anche avuto dei dividendi nella passaggio allo Stato. Ma il problema è che chi lo gestiva e lo controllava aveva molti scheletri nell'armadio. E' stata una cosa indegna nei confronti dei residenti e delle famiglie delle vittime perché ho ancora molti dubbi sul fatto che sarà fatta giustizia alla fine."
"Ho temuto che ci sarebbero state molte più vittime: se fosse capitato in un'altra ora di un giorno diverso da un prefestivo, avrebbe potuto portare a centinaia di morti, perché sul ponte c'erano."
Il quartiere di Certosa non è più lo stesso da tre anni a questa parte: "Si doveva fare un'opera differente, a pagare siamo sempre noi cittadini, considerati dalle autorità come incidenti di percorso; questo porta al fatto che il quartiere si sia trasformato in un dormitorio, e non abbia ancora avuto la possibilità di rialzare la testa."
"Molti abitanti sono andati via di qui, c'è stata anche una forte migrazione di persone poco interessate alle dinamiche di quartiere. Di base manca proprio la classe lavoratrice, il quartiere si è trasformato in un vero dormitorio con anche qualche episodio di disagio sociale. Sono rimasto molto colpito in particolare dal fatto che molte persone anziane abbiano dovuto abbandonare le case dove hanno trascorso gran parte della loro vita."
Il terremoto provocato dal crollo non ha turbato solo gli esseri umani. "La scossa sismica ha influito anche sul benessere degli animali. Come veterinario ho avuto molti clienti che hanno avuto problemi con i propri animali perché rimasti traumatizzati. In questi casi si procede con una terapia comportamentalista oppure cercando di tranquillizzarli con le cure o medicinali naturali."
IL COMMENTO
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