
Il tecnico trevigiano, buon giocatore di A con Atalanta, Catanzaro, Bari e Cesena e un'onesta carriera di tecnico culminata nel 2000 nella Panchina d'Oro per il lavoro al Lecce e con la promozione della Fiorentina dalla C2 nel 2003, era arrivato al Doria reduce da un periodo con più ombre che luci: non conduceva un intero campionato dal 2001 e nelle due stagioni precedenti era stato esonerato prima dal Brescia e poi dal Bellinzona in Svizzera. Al Doria subentrò a Di Carlo, arrivò a dieci partite dalla fine e racimolò soltanto 5 punti, ma nemmeno Mourinho o Guardiola avrebbero rilanciato una squadra vuota e rassegnata, quasi avviata a un autoaffondamento di cui troppo tardi si sarebbe percepita la portata.
Il dramma doriano incise anche sulla carriera di Cavasin che da allora ha allenato soltanto per 7 partite nel Leyton Orient (quarta serie inglese, la nostra D) tra ottobre e novembre del 2016 e, tra il 2017 e il 2018, per 13 partite il Santarcangelo di Romagna in C.
Ora Cavasin accetta di ripartire dalla Prima Categoria sarda, con lo stesso entusiasmo di sempre. In bocca al lupo, qui a Genova purtroppo a meno di miracoli verrà ricordato sempre per quel 2011. Ma nella lista dei responsabili di quel disastro il tecnico veneto non è assolutamente tra i primi.
IL COMMENTO
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