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L'analisi del cofondatore di Coraggio Italia e presidente della Regione Liguria
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 Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, ammette: "In Liguria mi aspettavo qualcosa di più ma la partita in casa non è chiusa, Anche cinque anni fa al primo turno a Savona eravamo sotto, poi il risultato si è ribaltato. E su Genova e La Spezia, il prossimo anno, non ho ragioni di temere: sono amministrazioni che hanno lavorato bene".

"Credo che derubricare le sconfitte ad una scelta tardiva dei candidati sia corretto, mi sembra un'analisi autoassolutoria. Se ci sono state scelte - ammette, in un'intervista al Secolo XIX - dipendono dai malesseri interni della coalizione e non viceversa. Il risultato è che il centrodestra, lo stesso che nei sondaggi è maggioranza assoluta del Paese, si ritrova nelle città intorno al 30-35%".

"Si è persa sintonia con il Paese. L'umore è cambiato: l'Italia ha voglia di stabilità, di ripartire, di crescita, di ricette spendibili e non velleitarie. Insomma, di ciò che ha portato il governo Draghi - affonda - abbiamo regalato al Pd e al M5S, il cui governo era stato sostituito da Draghi, l'impressione che fossero le forze che lo sostengono. Mentre i continui distinguo della Lega e l'opposizione, anche coerente, di FdI hanno portato il centrodestra fuori da quell'area. Ed è assurdo se pensiamo ad un premier che per profilo è forse il più a destra dai tempi di Giolitti: un uomo che ha guidato Bankitalia e la Bce, che si è formato in Goldman Sachs".

Il lungo tramonto di Berlusconi influisce sulla coalizione moderata? "Più che senza Berlusconi - osserva - è un centrodestra senza baricentro che rischia di perdere la sua vocazione e l'equilibrio. La speranza di un maggiore equilibrio, di moderatezza, era legata alla presenza della Lega nel governo. Ma i troppi distinguo sui vaccini, sui Green pass, sulle riaperture, sulle scelte di politica economica hanno pesato. E anche i toni, i modi, non sono quelli giusti. In altri termini, ci siamo ritrovati in jeans e giubbotto ad una festa in cui tutti erano in smoking". E conclude: "Ho apprezzato molto le parole di Salvini che invita alla riflessione. Ma non la facciano in due o tre in una stanza chiusa, parliamo apertamente di temi e argomenti".