La decisione è stata presa non solo a causa delle minacce arrivate ieri, ma anche in seguito a tutte le precedenti arrivate dal web o tramite murales. "Giovanni Toti morto" e la firma "P38" erano state le parole scritte in via Fracchia, li' dove un tempo sorgeva il covo delle Brigate Rosse che nel 1979 uccisero il sindacalista Guido Rossa. Solamente sabato scorso invece, il 30 ottobre, il nuovo hub vaccinale del Centro Falcone di Camporosso era stato imbrattato con frasi d'odio e di contestazione violenta contro la campagna vaccinale, il Governo e il presidente Toti. (LEGGI QUI)
In seguito a questi episodi di violenza, erano arrivate poi le parole del diretto interessato Giovanni Toti, che ha risposto: "Scritte sui muri? Ci siamo abituati. Che il clima nel Paese sia complesso lo dimostrano le tante piazze, lo dimostra anche la situazione di Trieste che ieri ha visto una presa di posizione delle istituzioni locali molto netta e molto forte. Posso solo auspicare ovviamente che tutti abbassino di un tono il livello delle polemiche, che ci si affidi alla scienza, alle persone che sono del mestiere senza immaginare complotti o far della paura delle persone, che è legittima, o peggio, un tema di strumentalizzazione o, peggio, di riattivazione di vecchie violenze politiche che ci piace aver dimenticato. Dopodiché tiriamo dritto per la nostra strada. Mi ha fatto piacere la solidarietà del mondo politico più ampio, segno che nei momenti complessi la nostra democrazia ha un livello di tenuta importante"
IL COMMENTO
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