Entro il 30 giugno 2022: è questa la finestra ideale per trovare un partner a banca Carige. “E’ un percorso tracciato che non può prevedere varianti – spiega a Primocanale l’amministratore delegato Francesco Guido – e il momento giusto è certamente il primo semestre del nuovo anno, entro il quale l’eventuale soggetto aggregante potrà sfruttare la nuova legge di bilancio che garantisce vantaggi fiscali che equivalgono a un implicito aumento di capitale di almeno 400 milioni di Euro. In ogni caso, se non dovessimo trovare un partner che faccia al caso nostro entro quella data, avremmo comunque ancora un ampio lasso di tempo nel quale continuare a lavorare per ottimizzare la nostra performance e trovare la nostra corretta dimensione ”.
L’ineluttabilità della fusione, descritta da Francesco Guido, ha due ragioni fondamentali: “La prima è perché il nostro azionista di maggioranza è il Fondo Interbancario, che rappresenta il sistema creditizio nel suo insieme e non può detenere partecipazioni di lungo termine. C’è poi un elemento di sostanza: nell’attuale scenario non c’è spazio per banche generaliste di piccole o medie dimensioni. Noi siamo un istituto di medie dimensioni e, fatto che vale per ogni banca del Paese, abbiamo visto contrarre fortemente le nostre marginalità: tutti gli attori devono dunque riuscire a scaricare la redditività sulla platea più ampia possibile, per questo è necessario procedere alle fusioni. Non è un tema di necessità esclusivo di Carige, vale per tutti”.
Nel frattempo la banca ha fatto registrare un rimbalzo positivo in tutti i numeri fondamentali: “I dati sono molto positivi – spiega l’Ad - da inizio 2020, cioè da quando il nostro istituto è tornato in gestione ordinaria, abbiamo ottenuto due grandi risultati che sono forse passati inosservati: una forte discontinuità rispetto al passato, con performance commerciali che oggi possiamo anche vedere trascritte nel conto economico, e una grande capacità operativa che ha permesso in qualche caso di superare, centrando anche qualche record, i risultati delle banche concorrenti”.
Guido racconta alcune delle performance più eclatanti: “Nei prestiti post Covid, quelli assistiti dallo Stato, abbiamo generato un volume tre volte superiore a quello della nostra quota di mercato. Sul fronte del sostegno finanziario all’ecobonus, poi, siamo riusciti a gestire la metà del volume totale generato in Liguria. Sono elementi – spiega l’Ad – che caratterizzano il nostro impegno sul territorio e che garantiscono, a cascata, buoni effetti sui nostri conti: per la prima volta, con la fine del terzo trimestre, abbiamo fatto registrare il segno più ai nostri proventi operativi riuscendo, nel contempo, a diminuire i costi generali e di governance. Possiamo guardare al futuro con molta fiducia”.
In attesa di capire quale grosso gruppo bancario possa rappresentare quella nuova dimensione di cui parla Francesco Guido: “Un dimensione – conclude – che sarà utile non solo alla banca ma all’intero territorio”.
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Carige: numeri positivi, adesso la fusione. Guido: "Ideale entro giugno"
Entro il primo semestre per sfruttare i benefici fiscali: ma i tempi possono anche essere più lunghi
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