Cronaca

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Le prove degli aborti illegali praticati nella clinica Villa Serena di Genova dal ginecologo Ermanno Rossi, suicidatosi il 10 marzo, sono state trovate dai carabinieri del Nas nei cassonetti per i rifiuti ospedalieri della clinica stessa, retta da suore, nel quartiere residenziale di Albaro, dove in genere partoriscono le giovani della Genova-bene. La direzione della clinica riteneva si trattasse di semplici raschiamenti dopo aborti spontanei e si dice vittima di un inganno da parte del ginecologo. I militari infatti, informati grazie alle intercettazioni telefoniche dell'ora e del giorno in cui sarebbe stato eseguito l'aborto clandestino, hanno prelevato direttamente dalla spazzatura dell'ospedale i reperti biologici buttati via. Due sono le donne, delle otto indagate, che si sono sottoposte agli aborti clandestini nella clinica. Non si sa se i reperti biologici siano di entrambe le donne o solo di una di esse. Una delle due indagate, interrogate dal pm Sabrina Monteverde, ha inoltre raccontato che nella sala operatoria, oltre al ginecologo, erano presenti un anestesista ed una infermiera ferrista. I loro nomi quindi sono iscritti nel registro degli indagati con l' accusa di concorso nella violazione dell'art.19 della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. I due nuovi indagati rischiano ora una pena da 1 a 4 anni, mentre le donne che hanno illecitamente abortito solo una multa di 51 euro.