Cronaca

39 secondi di lettura

E' stato interrogato oggi, a Genova, dal pm, il 30enne arrestato il 7 maggio scorso per aver ucciso a pugni e calci la convivente e sua connazionale Violeta, di 19 anni, perché "rendeva troppo poco". La giovane tutte le sere era costretta dal convivente a prostituirsi. Assistito dai difensori, Antonella Carpi e Elisabetta Feilliene, l'uomo non ha negato di averla picchiata con pugni e calci in seguito ad un litigio, ma ha sostenuto che, quando Violeta aveva perso i sensi, aveva cercato in tutti i modi di rianimarla. Poi aveva chiesto aiuto agli amici, che abitavano con loro, perché chiamassero i soccorsi. L'uomo ha spiegato inoltre di non aver mai costretto Violeta a prostituirsi, ma che era stata una decisione della giovane perché entrambi non trovavano lavoro.