Politica

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Trasformare la Commenda di Prè in un luogo di preghiera comune per diverse religioni, oltre che di incontri e dibattiti come avviene oggi. E' l'intenzione del Comune di Genova manifestata nel corso dell'acceso dibattito in consiglio comunale sull'opportunità o meno di realizzare una moschea in città. Il sindaco Marta Vincenzi ha spiegato che vorrebbe trasformare la Commenda in un punto di incontro di varie religioni, riaprendo il tavolo della Consulta delle religioni. E c'è chi già teme che in quella zona del centro storico possa essere insediata la moschea, sulla cui realizzazione pende però l'ipotesi di un referendum. "Una iniziativa che a mio parere ha solo valore di propaganda - ha detto in merito la Vincenzi - anche se spetterà a una apposita commissione decidere se sarà ammissibile o no". Secondo il primo cittadino il testo della eventuale domanda referendaria non è scritto correttamente in quanto fa riferimento a un atto amministrativo "che - dice - non c'è stato". Vincenzi ha infatti spiegato che non esiste alcuna delibera di giunta sulla decisione di realizzare la moschea in città, ma di aver solo sottoscritto un accordo con la comunità musulmana genovese affinchè l'eventuale luogo di culto venga costruito secondo alcuni criteri e con precise garanzie: intanto che non sia finanziato dall'Ucoii, che non abbia un minareto, che sia aperto a chiunque e che si rifaccia alla carta dei diritti europea oltre che ai principi della religione musulmana. Secondo il regolamento del Comune, comunque, nel caso in cui saranno raccolte le seimila firme necessarie per la richiesta di referendum, sarà un organismo specifico a decidere se sarà possibile indirlo o no.