Politica

1 minuto e 0 secondi di lettura
Genova "resterà una città dei diritti anche senza il Gay Pride", afferma il presidente della Provincia, Alessandro Repetto, il quale non ritiene che "i valori della dignità, parità e laicità siano né difesi né rappresentati da una manifestazione provocatoria come il Gay Pride". Pur premettendo di condividere "la richiesta e l'esigenza di difendere i diritti di ogni singola persona e la necessità di vedere sempre più combattuti quei pregiudizi che creano discriminazioni ed emarginazioni", Repetto osserva: "Non è attraverso quel tipo di iniziativa che si possono ottenere rispetto e attenzione, a meno che non si desideri semplicemente porsi sotto i riflettori per qualche giorno, alimentando polemiche e disapprovazione generali". "Inoltre - prosegue Repetto - aver scelto come data il giorno dedicato al Corpus Domini è irrispettoso verso le persone che credono, offende una sensibilità religiosa e spirituale che non è meno degna del rispetto che i manifestanti chiedono". "Genova - conclude Repetto - resta medaglia d'oro della Resistenza e simbolo di una cultura laica, una città dove tradizionalmente hanno sempre trovato spazio popoli, culture e differenti individualità".