Politica

1 minuto e 20 secondi di lettura
E ora interviene l’ufficio di presidenza del consiglio regionale per porre un freno a possibili “furbate”. Dopo il caso del consigliere del pd Fabio Broglia che, pur vivendo a Sestri Levante, ha indicato il suo domicilio a Casale Monferrato dove ha alcune attività, è stato deciso di rivedere la legge che stabilisce i rimborsi dei consiglieri. Per definire quale sarà il domicilio di riferimento, sulla base del quale erogare i rimborsi "record", ci si rifarà solo all’area di elezione. Nel caso di Broglia è inequivocabilmente quella del Tigullio. Lo stesso Broglia ha anticipato a Primogiornale che presenterà una proposta di legge che vada in quella direzione. “Non ho voluto fare alcuna furbata –dice– visto che oggi la legge prevede che uno indichi o il domicilio o l’area di elezione. E io ho indicato il domicilio”. All’obiezione sul perchè, visti i clamori suscitati dalla vicenda che getta una pesante ombra sulla sua etica, non abbia già provveduto a chiedere che i rimborsi siano calcolati sull’area del Tigullio piuttosto che su quella di Casale, Broglia risponde che lo farà nei prossimi giorni. Un’ammissione di colpa? “Assolutamente no”, dice. Anche se dal suo partito, il Pd, vogliono vederci chiaro. E da Roma Mario Tullo, il segretario regionale, conferma: “Ci incontreremo nei prossimi giorni. Intanto abbiamo avviato un’indagine interna della commissione dei garanti che dovrà valutare il suo comportamento. Se saranno ravvisate scorrettezze, lo sospenderemo dal partito”. (Davide Lentini)