Cronaca

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Sentiti oggi tutti i consulenti di parte al processo a carico di Alessandro Berri, il medico del 118 accusato di omicidio colposo per il decesso di Bruno Nicoli, il 38enne morto dissanguato il 22 giugno 2003 dopo aver sfondato con un calcio una porta a vetri in via Ansaldo, nella zona di Marassi. Secondo l'accusa il medico, specialista in chirurgia d'urgenza e pronto soccorso, avrebbe omesso di applicare un adeguato bendaggio elastico sulla vasta ferita per fronteggiare l'emorragia. Il paziente giunse in pronto soccorso ancora cosciente ma poco dopo morì. Oggi il prof. Luca Tajana, consulente del pm Sabrina Monteverde, ha sostenuto che "usando gli opportuni mezzi emostatici si poteva salvare la vita al paziente". Il prof. Paolo Cremonesi, primario del pronto soccorso del Galliera e chirurgia d'urgenza ha invece sostenuto che "per intervenire quello che conta sono i primi minuti, altrimenti è sempre più difficile il controllo dell'emorragia". E il prof. Lomi ha aggiunto che "non c'é nesso causale tra quello che ha fatto il dott. Berri e la morte del paziente perché ormai la situazione era irreversibile". Il processo è rinviato al 23 dicembre.