Cronaca
Sequestro della banchina carbone, lavoro assicurato per 15 giorni
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E’ affidata a una serie di nuovi incontri tra autorità portuale di Genova e vertici aziendali la soluzione dei problemi del Terminal Rinfuse di Genova dopo il sequestro della banchina San Giorgio dove arriva il carbone destinato per la maggior parte alla centrale Enel sotto la Lanterna, sequestro arrivato dopo una serie di interventi della Provincia. “Dobbiamo ragionare sugli interventi di ambientalizzazione del sito – spiega il presidente del porto Luigi Merlo – L’azienda stava già verificando come procedere, cioè se come trattamento delle acque di prima pioggia o come sito industriale. In questo percorso è trascorso parecchio tempo e manca pure una legge regionale”. Comunque gli interventi saranno di adeguamento della rete fognaria e delle condotte per evitare che le acque sporche di carbone – ecco l’accusa della magistratura – finiscano in mare senza alcun intervento preventivo. Merlo ha posto all’azienda anche una questione legata al futuro, considerando che la vita della centrale Enel sotto il porto è prevista al massimo – spiega – fino al 2020. Quindi bisogna ragionare sul domani, anche perché la maggior parte dell’attività del terminal è legata proprio alla centrale. “Certo – chiarisce Merlo – non si intende far sparire le rinfuse dal porto di Genova ma dobbiamo anche considerare il fatto che esiste il terminal alti fondali a Savona. Sul fronte occupazionale per i prossimi quindici giorni sicuramente non ci saranno problemi né per i dipendenti del terminal né per i lavoratori della compagnia Pietro Chiesa – spiega Merlo – perché le due navi per la centrale verranno scaricate. Quel che è certo è che i lavoratori non devono pagare questa situazione.
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