Cronaca

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Si aggrava la posizione di Paolo Arrigo, il commerciante imperiese di 24 anni in carcere con l'accusa di concorso in omicidio preterintenzionale aggravato per la morte del piccolo Gabriel, il bimbo di 17 mesi morto a Imperia. Oltre a lui, la stessa accusa riguarda la mamma del piccolo, Elizabete Petersone, 21 anni. Ad aggravare la situazione sono alcuni nuovi elementi forniti oggi dalla pubblica accusa: foto trovate sul pc in casa della Petersone, che ritraggono Gabriel nelle settimane precedenti l'omicidio già coperto di lividi, con lo sguardo impaurito. E poi intercettazioni ambientali registrate in questura alcune ore dopo l'omicidio e che dimostrerebbero un atteggiamento complice tra i due conviventi ma, soparttutto, una testimonianza, sino ad oggi tenuta top secret: quella resa in questura da parte della commessa di un esercizio di Imperia che avrebbe raccontato di aver visto il piccolo sul passeggino - già con evidenti lividi e molto trascurato - 48 ore prima dell'omicidio. Secondo la difesa di Arrigo, rappresentata dai legali Ditta e di Nardo, non sarebbero però elementi sufficienti a giustificare la misura cautelare in carcere per il loro assistito. Lunedì intanto il Tribunale del Riesame si esprimerà sulla richiesta di scercerazione presentata dai legali Schivo e Letteri che difendono la Petersone. Secondo indiscrezioni la donna avrebbe raccontato di aver lasciato da solo in casa Paolo Arrigo con il figlio per diversi minuti per colpa di un lenzuolo caduto al piano di sotto mentre stendeva il bucato. E al suo rientro nell'appartamento il bambino avrebbe cominciato a stare male. Un nuovo elemento questo che, giovedi' prossimo, se la Petersone deciderà di rispondere alle domande del Pm Filippo Maffeo, potrebbe trovare nuova conferma. (Lucia Pescio)