Politica

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Il primo risultato Roberto Benigni, ieri sera alla Festa democratica del Pd in corso a Genova, lo ottiene prima ancora del suo spettacolo sulla Divina Commedia: riesce a far sedere uno affianco all'altro i due principali contendenti alla carica di segretario del partito. In prima fila, all'Arena del Mare, siedono infatti Franceschini e Bersani: "Abbiamo fatto l'accordo unitario: io e Bersani ci ritiriamo e Benigni fa il segretario", scherza Franceschini. Poi inizia lo show: prima di affrontare l'enigma della vita, "cantando" l'Inferno, il comico toscano spazia sulla politica. E non è certo tenero con i Democratici. "Veltroni - scherza - ha scritto 'Noi'. Se continua così la prossima volta scriverà 'Io'. Dobbiamo recuperare, non scendere mai sotto il 2% e tra Fini e Bersani dobbiamo scegliere la linea". Ma sono soprattutto le vicende legate al premier e il rapporto tra politica e stampa, al centro delle polemiche di questi giorni, nel mirino dei Benigni che, saltando sul palco, parla come un fiume in piena per mezz'ora. "Prima di immergerci nella trascendenza - è l'esordio - parliamo di vacanze, di yacht, di bagasce, mignotte e escort...tutte cose riassumibili in una parola: Berlusconi". Non è vero, sostiene Benigni, "che non c'é libertà di stampa. Oggi Berlusconi ha detto all'Ansa: 'in Italia c'é libertà di stampà. Ed ha obbligato i quotidiani a pubblicare domani l'agenzia". Il presidente del consiglio "si è un po' incattivito, ha venduto Kakà ed ha comprato Feltri, che costa meno ma sulle punizioni non sbaglia". E ironizza sul doppio senso delle "veline": "Feltri le pubblica? E' un po' un vizio di famiglia. Ora dice che ne ha tante, che Bersani e Franceschini hanno gli scheletri a casa e loro hanno chiamato Fassino: 'a Piero la devi smettere di venire a casa mia'". Berlusconi, scherza il comico, "é, beato lui, malato di satiriasi...magari mi desse mezzo virus". E più volte ripete: "Silvio, perché non mi inviti alle orge, tutti ignudi, chi con le bambole gonfiabili, chi con le pecore".