Politica

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La nuova Fondazione “culturale” che Enrico Musso presenta perché diventi un’agorà di confronto anche politico potrà diventare un ottimo laboratorio per il futuro della città. Perché Musso rappresenta, nonostante svariati tentativi di imbrigliarlo da parte dell’establishment del Pdl, un fenomeno molto originale.

Musso è davvero indipendente e liberal. Sta nel Pdl con grande onestà, ma ragiona, fortunatamente, con la sua testa anche perché, a differenza di alcuni suoi colleghi di partito, la testa ce l’ha e ha la fortuna rara di avere anche il cervello. Ragionare con la propria testa non vuol dire essere un ribelle, perché Musso è tutt’altro che un ribelle. Significa accettare le idee degli altri, verificarne la bontà, contestarle o accettarle, in ogni caso mettersi costantemente in discussione. I liberal erano fatti così, ma purtroppo sono ormai, a Genova, ridotti in una riserva indiana.

Musso non è un uomo per tutte le stagioni, ma un senatore e professore che pensa a come potrà essere il nostro Paese fra alcuni anni e non nello stretto spazio utilitaristico e opportunistico della legislatura nella quale è stato eletto. Sicuramente ha difetti, come tutti. Probabilmente si è mosso qualche volta in maniera sussultoria. Ma la sua testa non l’ha mai venduta a nessuno, soprattutto quando gli hanno chiesto di accettare posizioni obiettivamente indifendibili. Chissà se riuscirà a resistere. Speriamo, perché Genova, come sostiene Alberto Gagliardi, anche lui raro pensatore libero e per queste poco amato dai suoi sodali politici, è una città “in vendita”. Cerca disperatamente un compratore culturale e politico che la adotti e la rilanci. Non basta un terzo valico anche se serve tanto. Ci vuole anche altro materiale.

Chissà che anche Luca Cordero di Montezemolo, con la sua Fondazione Italia futura, non possa offrire il suo contributo. Ogni pensatore ci potrà essere utile. Senza etichette, è meglio.