Cronaca

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Quarant’anni di insulti e di botte, sopportati per amore dei figli, raccontati con le spalle ricurve e un sorriso quasi spento. Storie di violenze sulle donne che si somigliano tutte e quasi tutte consumate tra le mura di casa. Da un marito, un compagno, un padre. Il dato ancora una volta viene confermato al Centro antiviolenza di via Mascherona di Genova, che compie un anno, nato per volere di Provincia e Comune, finanziato dalla Regione. “Sono circa duecento le donne che si sono rivolte al nostro centro – spiega Marina Dondero, assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Genova – E spesso sono arrivate a noi dopo aver chiamato il 1522, numero di riferimento nazionale”. Nella giornata internazionale contro la violenza alle donne, sono altre donne a raccontare storie drammatiche, vissute nei ceti sociali più disparati, principalmente da donne italiane e conseguentemente dai figli, sguardi di bambini che pesano sulle madri per un’infanzia che non sono riuscite a proteggere dall’orrore. Ma anche casi di stalking, in aumento, e altre brutalità come racconta l’avvocato Maria Borra, una delle consulenti del Centro antiviolenza. “Ho seguito il caso di una ragazza stuprata da un cliente dell’albergo in cui lavorava e un’altra giovane donna violentata dall’ex fidanzato che aveva nuovamente incontrato dopo anni”. Quanto vale una violenza per il giudice? Sessantamila euro. Fino al caso più eclatante di un padre, che per avere abusato della figlia, ha dovuto cedere la casa. E che non basterà a risarcire una vita spezzata dal danno dello “scippo” di dignità, bellezza e infanzia. (Anna Chieregato)