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Agli architetti, ai geometri agli ingegneri e perché no agli assessori e a tutti coloro che per un motivo o per l’altro hanno a che fare con la progettazione, costruzione, ristrutturazione di impianti sportivi, per Natale potremmo fare un regalo che alla luce dei fatti si potrebbe rivelare assai utile: un metro. Uno di quelli in legno, pieghevoli, dieci centimetri per dieci centimetri, memoria di un’epoca in cui l’elettronica era ancora da venire ma se si faceva qualcosa si agiva con criterio e raziocinio, perché in questo modo qualsiasi fosse stata l’opera se fatta bene sarebbe durata e così si sarebbe risparmiato negli anni a venire. Oggi invece, no. L’esempio più recente quello della palestra di piazza Sopranis che poteva diventare un campo da basket regolare ma che così non sarà per via di un metro che verrà a mancare per rendere regolari le misure del campo; è solo l’ultimo di una fila infinita di errori, distrazioni, dimenticanze di cui è disseminata tutta la Liguria. Ma se questo non bastasse, per tutti coloro che ciò nonostante hanno ancora il bernoccolo di fare sport, gli ostacoli, non quelli della corsa specializzata bensì quelli della burocrazia sportiva sono infiniti. Per le squadre di basket spunta oggi la grana relativa alla nuova tracciatura delle linee dei campi di basket. Una decisione che arriva sulla base di una nuova regola dei campionati professionistici a cui anche le piccole società si devono adattare. In Liguria ci sono ottanta campi da basket (venti in parquet e sessanta in sintetico): per adempiere ai dettami della federazione occorrerà levigare e verniciare con speciali vernici ignifughe le pavimentazioni in legno e quindi procedere alla relativa tracciatura, per i campi sintetici si tratterà solo di tracciare le righe. Per l’operazione relativa ai campi in parquet i costi saranno per ciascun campo di circa 25.000 euro per quelli in sintetico “solo” 9.000. In tutto la Liguria, per giocare a basket, dovrà spendere la modica cifra di un milione di euro. Finanziamenti per le società che dovranno provvedere a queste operazioni per essere in regola con le norme della federazione: non pervenuti. Cosa accadrà? Impossibile saperlo, ma proviamo a immaginare: i comuni non hanno soldi nemmeno per piangere, il coni lo stesso, la regione tra l’altro è ancora indecisa se chiedere alla federazione bridge di restituire quei centomila euro destinati al finanziamento dei campionati europei, qualche dirigente alzerà le mani in segno di resa, qualche altro cercherà di resistere, qualche palestra diventerà inagibile per non essere a norma, qualche centinaio di ragazzi smetteranno di giocare a basket in assenza di quell’impianto. Così tra l’indifferenza generale un’altra porzione di sport scomparirà. Per una questione di regole, per una questione di metri, per una questione di misure