Cronaca

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La Liguria è al 12esima posto nella classifica delle regioni che hanno la percentuale maggiore di territorio esposto a rischio idrogeologico: ben l'80%. Emerge dal rapporto "Ecosistema rischio 2009" di Legambiente e Protezione civile. Un dato che non solleva preoccupazione. Eppure circa l’84% dei comuni liguri coinvolti hanno abitazioni in aree esposte al pericolo di frane e alluvioni. E nel 43% dei casi sono presenti in tali aree interi quartieri e nel 66% fabbricati e insediamenti industriali. In molti comuni a rischio idrogeologiche sono presenti strutture ricettive turistiche, e non viene realizzata una corretta manutenzione del territorio. Dati allarmanti. Ma soltanto il 3% delle amministrazioni comunali ha provveduto a spostare le abitazioni, come potrebbe accadere anche a Torenco (nello spezzino), paesino simbolo delle ferite dell'ultima violenta ondata di maltempo in Liguria, a fine 2009 (nella foto). Lo stato d'allerta in Italia coinvolge 5mila 581 comuni a rischio frane. Sicilia, Toscana, Calabria, Valle d'Aosta in testa. Quello che occorrere, dice Legambiente, "da parte delle Regioni, è aeguare le mappe, pianificare la lotta agli illeciti ambientali e demolire gli immobili abusivi, spostando rapidamente abitazioni e imprese esposte al pericolo di frane e alluvioni. Legambiente fa notare inoltre che la Liguria ha coperto il suo territorio di cemento, mangiandosi il 45% del suo territorio libero e risulta in percentuale la regione che più ha cementificato in Italia. La media nazionale, conclude l'associazione ambientalista, di consumo di suolo libero è del 17%: la Liguria si pone come esempio negativo estremo.