Cronaca

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Il pericoloso batterio che ha colpito cinque dei nove pazienti del reparto di Rianimazione dell’ospedale San Martino di Genova costringe la direzione sanitaria a tenere chiuso il reparto di Rianimazione, al secondo piano del Monoblocco per qualche settimana ancora. Bloccando di conseguenza nuovi ricoveri. E il personale medico si occupa solo dei pazienti contagiati, mentre all’ingresso è stato destinato un monitor per la ceck list di chi entra e i parenti possono visitare i malati del reparto indossando indumenti monouso che vengono buttati all’uscita da Rianimazione. “Si chiama Acinetobacter Baumannii: un nome altisonante per indicare un batterio che si sviluppa nei raparti di Rianimazione dei grandi ospedali e che al di fuori non ha alcuna pericolosità – spiega Gianni Orengo, direttore sanitario del San Martino”. Il batterio, introdotto da un paziente proveniente da un ospedale di Torino, colpisce solo persone il cui sistema immunitario sia già compromesso e, nel caso specifico, ha solo “colonizzato” i soggetti colpiti ma non ha sviluppato la malattina né alcun tipo di infezione, tanto che i pazienti non vengono sottoposti a terapia antibiotica. “Il batterio tra l’altro è molto resistente agli antibiotici recenti e si affronta solo con Colastina, che è un antico antibiotico – continua Orengo – ma non lo stiamo usando perché i pazienti non presentano sintomi di malattia e soprattutto non vogliamo generare nuovi microrganismi resistenti anche a questo antibiotico. Nel caso generi malattia questo batterio può causare polmonite o meningite con una mortalità del 10 per cento”. Ma al San Martino non c’è mai stato nessun decesso causato dal microrganisma che, già in passato, ha colpito il reparto di Rianimazione. L’unica soluzione è l’isolamento dei pazienti con la chiusura del reparto. (Anna Chieregato)