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Pubblichiamo il discorso del sindaco di Genova Marta Vincenzi, pronunciato a Quarto in occasione della visita del Presidente Napolitano per i 150 anni dell'Unità d'Italia:

In quanto sindaco e per tutta la città di Genova, è un grandissimo privilegio accogliere il Presidente Giorgio Napolitano che ha voluto onorarci della sua graditissima presenza in questa giornata dai contenuti altamente simbolici. Siamo orgogliosi che Genova sia la città cui spetta il ruolo ambito di dare l’avvio alle celebrazioni per i 150 anni con la commemorazione di un avvenimento fondante dell’unità nazionale: la partenza da questi scogli di Garibaldi e dei Mille, temeraria occasione che riempì di entusiasmo il resto d’Italia e consentì di trasformare il Risorgimento da aspirazione di elite in movimento popolare. Siamo lieti della collaborazione e della sensibilità dimostrata nei confronti della nostra città dal governo e dal comitato per le celebrazioni dell’unità nazionale.

La realizzazione dell’intervento qualificato sul monumento di Eugenio Baroni e su quest’area, felicemente risponde all’intento di insistere sul territorio come spazio essenziale dell’identità italiana. Il significato di questa re-inaugurazione si distanzia profondamente da quello assunto nel 1915. L’orazione allora fu tenuta da Gabriele D’Annunzio a cui seguì la manifestazione degli interventisti. Segnò la dimensione culturale dell’entrata in guerra dell’Italia. La re-inaugurazione di oggi ha ben altro segno. Il monumento nato da una sottoscrizione nazionale a cui parteciparono Stato e molti comuni è una puntuale illustrazione dell’Inno di Garibaldi – “si scopron le tombe, si levano i morti” -, e in esso si celebra l’eroismo, la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di osare la speranza, che caratterizzarono l’impresa dei Mille. Non potevano che partire dalla città di Mazzini, la città in cui il Risorgimento fu un grande fatto di popolo. E al popolo, al futuro del nostro popolo vuole parlare la celebrazione di oggi. A significare la forza dell’idea di nazione proprio nella globalizzazione e nella crescente importanza della dimensione territoriale. La nazione, la nazione unita, è il collante che permette ai territori di parlare col mondo.

La bandiera italiana su questo piazzale sta non per caso tra le bandiere di Genova e dell’Europa. Del resto qui per la prima volta nel 1847 furono portati in pubblico due tricolori della Giovine Italia. E il Presidente con la sua visita ha ripercorso ieri e stamane i luoghi della nuova Genova, della Genova che vuole parlare all’Italia e al Mondo. Genova dell’Ansaldo, dell’Iit, degli Erzelli, i luoghi in cui il saper fare si nutre di sapere e di ricerca, e la Genova dei bambini di ogni razza, religione e cultura, che nelle scuole già praticano la cultura dell’integrazione e del rispetto reciproco. Questa capacità di innovazione, di apertura, di dialogo ha segnato le fasi più alte della storia della nostra città. Lavoriamo perché segnino sempre di più anche il suo futuro.

E’ questo il grande messaggio di oggi. Genova del primo e del secondo risorgimento, Genova che sta in Italia, in Europa, nel Mediterraneo, Genova che vuole continuare a promuovere i valori di democrazia e di unità nazionale, solidarietà e pacifica convivenza tra i popoli e le Nazioni. Tra i Mille, i cui nomi verranno scritti nel nuovo monumento che verrà realizzato con la conclusione dei lavori alla base della scogliera, c’erano uomini del Sud: campani, calabresi, siciliani, semplici popolani o ricchi borghesi, futuri deputati come Salvatore Calvino o Francesco Crispi e uomini del Nord, piemontesi, lombardi, veneti, friulani e ben 159 tra genovesi e liguri, come il professor Giuseppe Abba, lo scultore Giobatta Tassara e il generale Nino Bixio. Per questo sono presenti con le loro fasce molti sindaci dei comuni garibaldini e il sindaco di Marsala. Ma alla grande impresa parteciparono molti patrioti d’Europa, francesi, turchi, greci e ungheresi, impegnati in una lotta senza quartiere per la conquista della libertà delle nazioni.

L’idea di Nazione non chiusa ma aperta al mondo e fortemente integrata con l’Europa che oggi si ispira al primo e al secondo Risorgimento italiano (e in entrambe Genova fu protagonista) ci permette di superare simbolicamente la dimensione bellicista della prima inaugurazione e ogni sospetto di retorica in nome dell’impegno a continuare a promuovere i valori di democrazia e unità nazionale, solidarietà e pacifica convivenza tra i popoli e le Nazioni. Viva l’unità d’Italia