Politica

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C’è scritto "No waterfront", no al progetto del nuovo fronte a mare disegnato dall’architetto spagnolo Josè Llavador, nello striscione che gli attivisti di Legambiente hanno appeso sullo scafo della Goletta Verde, che ha navigato nel golfo spezzino per riportare l'attenzione proprio su quel progetto fresco di presentazione ufficiale: investimento di 250 milioni di euro, si sviluppa su un'area di 330 metri quadrati e prevede la realizzazione di spazi commerciali, un centro congressi, uffici, strutture residenziali, un parcheggio sotterraneo e la stazione crocieristica. "Ha conosciuto una prima stesura che poi è stata inspiegabilmente modificata e poi tardivamente portata a conoscenza dei cittadini" afferma Legambiente. "Il nuovo waterfront si prefigura sempre di più come una colata di cemento a fini speculativi più che una riqualificazione di una porzione importante della città - commenta Stefano Sarti, presidente Legambiente Liguria -. Se venisse approvato il disegno attuale si tenderebbe a creare uno scollamento con il centro urbano esistente". Due, secondo Legambiente, le maggiori criticità del progetto. "La prima - afferma Sarti - é la previsione di due palazzi di enorme altezza, di cui una definibile come grattacielo nella città di La Spezia, soprattutto nel suo fronte a mare, con il rischio di alterare un tessuto urbano fatto di vecchi edifici accanto a quelli nuovi, mai superiori a 4-5 piani. E' previsto inoltre un mega parcheggio sotterraneo di 51 mila metri quadrati per 2.000 posti auto, che incentiverebbe l'uso di mezzi privati stressando notevolmente il traffico urbano oltre a non incentivare l'utilizzo dei mezzi pubblici e piste ciclabili". "La seconda criticità - prosegue Sarti - nasce dalla considerazione che l'area residenziale andrebbe bene se fosse finalizzata a rispondere ad esigenze abitative della popolazione, mentre pare solo l'ennesima occasione di lottizzazione a fini speculativi, in un'area di pregio".