Cronaca

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"Sono stato accusato in modo comico dal sindaco di Genova per quanto avvenuto nella sua città, e nel contempo sono state elogiate le forze dell'ordine: io ci rido su perché ho le spalle larghe". Lo ha detto il ministro degli Interni Roberto Maroni nella conferenza stampa nelle sede della prefettura di Padova parlando dei fatti nel capoluogo ligure durante l'incontro Italia-Serbia. Maroni ha ribadito di essere sempre presente "per prendere le mie responsabilità". In relazione ai fatti avvenuti a Genova, il ministro ha detto di aver "parlato col capo della polizia, con il prefetto, e li voglio elogiare perché si è rischiata una strage. Solo grazie al sangue freddo delle forze dell'ordine non ci sono stati né morti né feriti. E' stato uno spettacolo bruttissimo, ma invece di parlare di cosa si è visto vorrei che si parlasse di cosa non è successo". Il ministro ha confermato che non c'é "nessuna censura alle forze dell'ordine e all'intelligence italiana", ma quanto è avvenuto è stata "una sottovalutazione dell'intelligence serba". Il ministro ha infine ricordato che se la Uefa "avesse adottato le misure che noi seguiamo in Italia per le partite di calcio, come la tessera del tifoso, certi episodi sarebbero sicuramente evitati".

IL MINISTRO FRATTINI  -  Il ministro degli Esteri Franco Frattini prova a ricucire con Belgrado dopo le accuse reciproche scatenate dagli scontri allo stadio di Genova: “La Serbia ha fornito scuse ufficiali e formali, ma c’è stato anche chi, in modo improprio, ha adombrato critiche alla nostra Polizia che ha invece evitato che gli scontri degenerassero in conseguenze ancora peggiori”, ha spiegato il titolare dela Farnesina. "Noi abbiamo l’interesse strategico e politico che la Serbia diventi un Paese europeo", dice Frattini “Il problema non è la Serbia - ha concluso Frattini -, sono i criminali serbi che il governo di quel Paese si è impegnato ad arrestare". Intanto non saranno processati per direttissima Ivan Bogdanov e gli altri 7 ultras serbi arrestati martedì notte dopo gli scontri con le forze dell' ordine davanti allo stadio Ferraris . La decisione è del sostituto procuratore di Genova Cristina Camaiori. I serbi compariranno perciò, a partire da venerdì, davanti al gip De Matteis per le udienze di convalida che saranno svolte in carcere. Mentre 19 tifosi serbi che facevano ritorno in patria da Genova sono stati fermati dalla polizia di frontiera. Da giovedì sera diversi autobus con a bordo decine di tifosi sono entrati in Serbia attraverso i posti di confine con Croazia e Ungheria. Fra i passeggeri alcuni dei protagonisti degli incidenti e delle violenze di martedì allo stadio Marassi, che hanno portato alla sospensione della partita Italia-Serbia. Tutti i tifosi che rientrano in Serbia vengono controllati e perquisiti dalle forze di polizia, che agiscono su mandato del Consiglio per la sicurezza nazionale. Al momento ci sono ancora un paio di autobus fermi ai controlli al posto di frontiera serbo-ungherese di Horgos.