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Da destra a sinistra prevale lasciare la partita più difficile agli altri
2 minuti e 29 secondi di lettura

La grande fuga dei partiti dalla sanità, solo per stare lontano da situazioni complesse, e per racimolare qualche consenso è triste, qualcuno potrebbe dire segno dei tempi, non so se sia così, per me è avvilente e lo dico prima di tutto da cittadina prima che da giornalista.

Io non seguo il calcio ma qualche volta mi è capitato di vedere qualche partita di quelle dove i giocatori si passano la palla con calma, tanto per aspettare il fischio dell'arbitro, per diverse ragioni certo, ma un vero tifoso come fa ad accettarlo? E la stessa cosa la chiedo alla politica: ma come si fa a non volersi occupare di una materia così fondamentale per cui sulla carta tutti sembrano d'accordo?

"La sanità mai"

La riflessione parte certo dai ragionamenti per la Giunta regionale che si deve formare in queste ore ma si può tranquillamente allargare anche all'attuale opposizione. Sia in campagna elettorale che dopo le elezioni bastava parlare con un po' di politici bipartitisan per sentirsi dire: "la sanità mai, lasciamo fare a un tecnico e non andiamo a sporcarci le mani".
Ufficialmente potrà esserci chi dirà io mi sarei assunto questo onere ma la verità, come spesso accade in politica, è diversa.

La sanità è la materia più ingarbugliata, difficile e complessa per una Giunta regionale e non solo per i tre quarti che pesa sul bilancio. Lo è perché riguarda tutti, e va a toccare ognuno di noi quando stiamo male o sta male un nostro caro e quindi non siamo disposti a comprendere le difficoltà del sistema (e non è neanche nostro compito).

La sanità è il terrore di chi governa e il gol a porta vuota dell'opposizione, che lì sa troverà sempre problemi e materiale.

Patto bipartisan senza speranza

Avevo scritto di una mia speranza vana e cioè di un patto bipartitisan tra maggioranza e opposizione su almeno tre temi centrali per la sanità, per cercare di convincere quella metà e oltre che non è andato a votare, che si erano sbagliati. E invece no le telefonate e i messaggi che ho ricevuto da politici vari mi hanno dato la certezza che 'non s'ha da fare' "perché poi loro si prendono il merito","e a me cosa mi conviene? Come me la faccio la campagna e giustifico la mia presenza?".

Tristezza, nuovamente.

Non voglio dire che sulla sanità ci dovrebbe essere la fila, lo so bene che nessuno la vuole per l'impegno e soprattutto perché chiunque sia pagherà lo scotto di un sistema che nel breve periodo non potrà migliorare, anche per i tempi della politica che sono diversi. 

Avrò ancora una idea alta della cosiddetta Politica con la p maiuscola, ma oggi, da cittadina, vedere che tra i partiti c'è la fuga per chi si deve occupare di sanità mi rattrista e amareggia.

Ripeto per non essere fraintesa, è un discorso che vale per la politica tutta e anche, ahimè, per il mondo cosiddetto tecnico, perché oggi, ammesso di trovare le competenze, chi ce la vuole mettere la faccia sul tema più spinoso?

Nessuno.

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