Economia

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La realizzazione del Sesto bacino, nel porto di Genova, metterebbe Genova all'avagnardia nelle riparazioni navali, secondo uno studio, commissionato da Ente Bacini al Rina. Per il Rina, infatti, il dimensionamento attuale dei bacini di carenaggio genovesi preclude l'accesso al 47% delle navi porta contenitori e al 62% delle navi passeggeri. La realizzazione di un bacino di carenaggio lungo 360 metri consentirebbe di ridurre la percentuale delle imbarcazioni escluse all'11%, per le navi contenitore, e a una percentuale prossima allo zero per le navi passeggeri. "Uno studio fondamentale - ha sottolineato il Presidente dell'Autorità Portuale, Luigi Merlo - per rispondere alla domanda che ci sentiamo fare, da mesi, ovvero se le riparazioni navali hanno ancora un futuro. La risposta che emerge è che c'è un mercato forte, ma la crescita dimensionale delle flotte impone la scelta di una struttura, come il Sesto bacino, non solo per accedere a questo mercato ma anche per mantenere l'attuale ruolo delle riparazioni di Genova nel Mediterraneo". Il sesto bacino, quindi, diventa uno dei punti strategici dello sviluppo del settore. "Dallo studio - ha sottolineato Luigi Aligata, ad di Ente Bacini - emerge che dal 2015 si assisterà ad una tendenziale crescita delle dimensioni delle navi. Non si tratta solo di perdere opportunità di lavoro - conclude - ma di vera sopravvivenza del comparto".